La sveglia è alle
cinque, secondo gli usi contadini della buona stagione. La luce avvolge già le
cose, gli spogliatoi della scuola in cui siamo ospiti danno i primi segnali di
vita, dall’androne improvvisato a spazio di incontro e riunioni, arrivano le voci
dei ragazzi già in piedi. Ci si divide in squadre che cambiano ogni giorno: una
parte andrà nel Laboratorio di Legalità.
Alle 6 i ragazzi sono
già al lavoro. Del resto non potrebbe essere altrimenti. Alle 8 l’aria è già
rovente, con temperature che si attesteranno durante la giornata intorno ai 40°
con punte di 42. Il vento caldo dell’Estate spazza a tratti la Capitanata. Primo
compito: ripulire con cura i filari di pomodori dalle erbacce. Alle 9, Vito
arringa i ragazzi sul valore della terra e delle coltivazioni biologiche.
Si ritorna al lavoro
fino alle 10, poi si passa all’impegno creativo nel nuovo “Parco della
Memoria”. Oltre ai murales, i ragazzi – aiutati dagli insegnanti e dagli
attivisti dello Spi - scrivono sui muri, e sulle strutture in legno che
contengono gli alberelli dello spazio,
i nomi delle vittime pugliesi della Mafia. Un elenco lunghissimo.
Alle 12 si va al Centro
sociale, dove i “ragazzi” dello Spi sono già al lavoro per
preparare il pranzo.
Si parla, si discute tra una portata e l’altra. C’è tempo per un’ora di riposo,
prima di andare alla formazione. I ragazzi dopo aver conosciuto Daniela
Marcone, figlia di Francesco, il dirigente che aveva osato sfidare le pratiche
illecite che avvenivano negli uffici del registro di Foggia, oggi ascoltano le
trame che hanno portato alla nascita e – alla caduta – negli anni successivi
della Sacra Corona Unita. Il dibattito dura tre ore, molte le domande.
Abbiamo il tempo di
riprendere i bus e partire per Stornarella, dove in piazza su invito del
sindaco locale, si racconta l’esperienza dei campi per la legalità e di Estate
Liberi. Nelle parole di Fragasso, la cifra dell’impegno sul territorio che
Libera, ed altre organizzazioni stanno profondendo per recuperare i beni
confiscati. Interviene Marco e Linda:« «La mafia – spiega Linda, del Liceo
scientifico di Argenta – da noi è più silenziosa, da voi si tocca con mano. Siamo
venuti per vedere da vicino, per capire un fenomeno che sta crescendo, che sta
mettendo anche da noi radici».
Marco: «E’ un’esperienza
toccante, ci ha colpito l’umanità di quelli che sono impegnati in prima linea
contro le mafie».
Si sta un po’ in piazza
per mangiare un boccone, quindi si ritorna alla scuola. A mezzanotte, rimangono
le energie per compilare il diario quotidiano con cui i ragazzi raccontano
giorno dopo giorno l’esperienza del campo. Domani la sveglia suonerà di nuovo
alle 5. (continua)
A.F.
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