martedì 21 luglio 2015

Una giornata particolare. Reportage dal campo antimafia di Cerignola


La sveglia è alle cinque, secondo gli usi contadini della buona stagione. La luce avvolge già le cose, gli spogliatoi della scuola in cui siamo ospiti danno i primi segnali di vita, dall’androne improvvisato a spazio di incontro e riunioni, arrivano le voci dei ragazzi già in piedi. Ci si divide in squadre che cambiano ogni giorno: una parte andrà nel Laboratorio di Legalità.


Alle 6 i ragazzi sono già al lavoro. Del resto non potrebbe essere altrimenti. Alle 8 l’aria è già rovente, con temperature che si attesteranno durante la giornata intorno ai 40° con punte di 42. Il vento caldo dell’Estate spazza a tratti la Capitanata. Primo compito: ripulire con cura i filari di pomodori dalle erbacce. Alle 9, Vito arringa i ragazzi sul valore della terra e delle coltivazioni biologiche.
Si ritorna al lavoro fino alle 10, poi si passa all’impegno creativo nel nuovo “Parco della Memoria”. Oltre ai murales, i ragazzi – aiutati dagli insegnanti e dagli attivisti dello Spi - scrivono sui muri, e sulle strutture in legno che contengono gli alberelli dello spazio,  i nomi delle vittime pugliesi della Mafia. Un elenco lunghissimo.

Alle 12 si va al Centro sociale, dove i “ragazzi” dello Spi sono già al lavoro per
preparare il pranzo. Si parla, si discute tra una portata e l’altra. C’è tempo per un’ora di riposo, prima di andare alla formazione. I ragazzi dopo aver conosciuto Daniela Marcone, figlia di Francesco, il dirigente che aveva osato sfidare le pratiche illecite che avvenivano negli uffici del registro di Foggia, oggi ascoltano le trame che hanno portato alla nascita e – alla caduta – negli anni successivi della Sacra Corona Unita. Il dibattito dura tre ore, molte le domande.

Abbiamo il tempo di riprendere i bus e partire per Stornarella, dove in piazza su invito del sindaco locale, si racconta l’esperienza dei campi per la legalità e di Estate Liberi. Nelle parole di Fragasso, la cifra dell’impegno sul territorio che Libera, ed altre organizzazioni stanno profondendo per recuperare i beni confiscati. Interviene Marco e Linda:« «La mafia – spiega Linda, del Liceo scientifico di Argenta – da noi è più silenziosa, da voi si tocca con mano. Siamo venuti per vedere da vicino, per capire un fenomeno che sta crescendo, che sta mettendo anche da noi radici».  
Marco: «E’ un’esperienza toccante, ci ha colpito l’umanità di quelli che sono impegnati in prima linea contro le mafie».

Si sta un po’ in piazza per mangiare un boccone, quindi si ritorna alla scuola. A mezzanotte, rimangono le energie per compilare il diario quotidiano con cui i ragazzi raccontano giorno dopo giorno l’esperienza del campo. Domani la sveglia suonerà di nuovo alle 5.  (continua)
A.F.

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