Riprendendo una frase
del giornalista assassinato dalla Mafia Mauro Rostagno, secondo cui
“l’Antimafia è gioia di vivere”, l’altra sera in un intervento pubblico Pietro
Fragasso, presidente di “Pietra di
Scarto”, ha anche ricordato che la lotta alla criminalità organizzata passa
necessariamente per il lavoro e l’inclusione.
Pietra di Scarto è una
delle due cooperative (l’altra è Alter Eco) che promuove in questi giorni i
campi della legalità a Cerignola, accogliendo una decina di ragazzi che
arrivano dalla città e dalla provincia di Ferrara, ma anche da Bologna, Bari e
Campobasso, accompagnati dagli
“zii” - come li hanno ribattezzati gli stessi ragazzi - dello Spi di Ferrara,
capitanati da Sandro Arnofi.
La frase di Rostagno
campeggia anche nell’area attrezzata destinata ai residenti e ai visitatori,
proprio all’ingresso del fondo confiscato che la Cooperativa gestisce a
Contrada Toro, poco fuori Cerignola, e che i ragazzi stanno contribuendo ad ultimare:
tinteggiano staccionate, raddrizzano pali, mettono a posto aiuole, e stanno dipingendo
un bel murales che rappresenta un ulivo, con le radici rompono le catene a cui
la mafia costringe questa terra. In Puglia l’ulivo è doppiamente simbolico, in
quanto pianta diffusissima, oltre che segno di memoria e speranza.
Una volta il fondo
apparteneva al boss Rosario Giordano, contabile dei Piarulli-Ferraro, il sanguinario
clan che aveva esteso negli anni
’80 i suoi tentacoli sull’intera
provincia di Foggia prima che l’operazione Cartagine ne scompaginasse le fila.
Sequestrato all’inizio degli anni ’90, il bene era diventato con gli anni una
discarica a cielo aperto, devastata dagli sversamenti di un vicino opificio e
dall’incuria. Nel 2010, arriva finalmente la confisca e l’assegnazione.
Sui quattro ettari
popolati da 600 ulivi, e dalla coltivazione del pomodoro, i membri della
cooperativa aiutano le persone con una storia di tossico-pendenza o di
marginalità, e quanti stanno scontando pene alternative al carcere, a intraprendere
un percorso diverso, fatto di lavoro e formazione alle varie attività agricole.
La storia di Giuseppe
Mennuni, oggi vicepresidente della Cooperativa, riassume in sé il senso del
lavoro che la cooperativa sta mettendo in campo. Un passato di
tossicodipendenza con vari reati alle spalle, la vita cambia nel momento in cui
incontra Fragasso. «La fiducia che mi ha dato è stata importante, oggi sono
uomo nuovo. Ho avuto una occasione e l’ho colta – spiega – perché chi sbaglia,
non deve averne almeno una per cambiare la propria esistenza?».
Il nome trovato per la
cooperativa, non a caso, fa riferimento a un passo biblico: «la pietra che i costruttori
hanno scartato è diventata la pietra d'angolo». (continua)
(A.F.)
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