Celeste è la segretaria della Flai Cgil Piana Gioia Tauro, il sindacato che tutela i lavoratori agricoli, una volta li chiamavamo contadini.
Celeste Logiacco, segretaria provinciale Flai Cgil Piana Gioia Tauro |
«Il nostro è un sindacato di strada, siamo noi che andiamo a cercare i lavoratori, non sono loro costretti a venire nelle nostre sedi. Solo così possiamo conoscere le vergogne che questo paese nasconde in luoghi che gli italiani scoprono solo quando accadono fatti eclatanti. Ma qui – aggiunge – tutti i giorni abbiamo a che fare con i caporali che scelgono i lavoratori come una volta facevano gli schiavisti, imprenditori agricoli senza scrupoli che con il loro agire mettono a repentaglio anche le attività agricole degli imprenditori sani».
Un degrado umano, sociale ed economico fatto di paghe da due euro l'ora, di tendopoli, come quella
Raccolta degli agrumi nella Piana di Gioia Tauro |
«Spente le telecamere, ascoltatele le promesse di rito – ricorda Celeste – qui è cambiato poco. Nel 2012, in occasione dello sciopero dei migranti, portammo 200 lavoratori in piazza ma altri cento fummo costretti a lasciarli nelle campagne. L'azienda di trasporto si rifiutò di farli salire sui pullman. Oggi aspettiamo che la Regione approvi una legge sul caporalato. Se, come previsto, accadrà entro luglio, avremo raggiunto un grande risultato perché nella Piana ci sono 5-6 mila presenze fisse di immigrati. Un numero che è triplicato in pochi anni. E questo sono persone che hanno bisogno di essere tutelate».
Per svolgere al meglio la propria funzione, la segretaria della Flai racconta ai ragazzi di aver appena concluso un viaggio che l'ha portata in Senegal, dove a Cgil ha stretto accordi con il Cuts, il sindacato senegalese. «Sono stata nella capitale Dakar, a Gorée, l'isola proclamata Patrimonio dell'Umanità dell'UNESCO nel 1978. dalla quale sono transitati milioni di africani strappati alla loro terra d'origine per essere portati, fatti schiavi, nelle Americhe. Abbiamo visitato villaggi di pescatori. Abbiamo visto il volto della miseria e l'impegno di tanti, anche italiani, per alleviarla. Ci sono nostri connazionali che hanno costruito scuole per bambini in un paese in cui la mortalità infantile è molto alta. Abbiamo cercato di capire come aiutare i lavoratori che da lì emigrano verso l'Europa e come tutelare quelli che dall'Europa tornano nel proprio paese».
La rivolta degli immigrati a Rosarno, nel 2010 |
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