Storia dei Campi

Regione: Piemonte
Comune: San Sebastiano da Po
Provincia: TO
Nome: "Cascina Carla e Bruno Caccia"
Indirizzo: Via Serra Alta, 6
Cap: 10020
Città: San Sebastiano da Po
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:
 Ass.ne ACMOS

fonte: LIBERA(2017)
Descrizione del campo:
Il bene è stato dedicato alla memoria di Bruno Caccia e di sua moglie Carla: a Bruno poiché proprio dalla Cascina partì l'ordine di ucciderlo ed è quindi un simbolo della lotta alle mafie nel Nord Italia. La cascina sorge sulla sommità di una collina nella zona compresa tra basso Canavese ed alto Monferrato.
Ad oggi il bene è gestito dall'Associazione ACMOS (Libera) e si occupa di educazione alla cittadinanza attiva. La cascina è oggi uno spazio rivolto all'educazione alla legalità: teatro di percorsi educativi per migliaia di studenti, di ogni grado di istruzione, che animano le settimane dell'anno. Sul terreno infine, oltre ad uno spazio dedicato all'orto, al noccioleto ed è stato creato uno spazio per le api.  
Attività previste:
Si contribuisce alla manutenzione annuale della cascina: pulizia del cortile, sradicamento rovi, imbiancare ambienti interni della cascina, gestione dell'orto e del noccioleto, raccolta nocciole a fine agosto. Ci sarà la testimonianza della storia del bene confiscato alla famiglia 'ndranghetista Belfiore, la formazione sui temi della legalità e della cittadinanza con la partecipazione di ospiti esperti e focus sul tema delle mafie al nord e delle recenti evoluzioni sul caso Bruno Caccia.
Storia del Bene:
Cascina Bruno e Carla Caccia" è un bene confiscato alle mafie a San Sebastiano da Po e apparteneva alla famiglia 'ndranghetista dei Belfiore: Domenico Belfiore venne indicato da diversi collaboratori di giustizia - ritenuti attendibili dal Tribunale di Torino - come reggente di una vera e propria associazione di stampo mafioso con il controllo in tutta l'area metropolitana del traffico di stupefacenti, usura, sequestri di persona, gioco d'azzardo e scommesse. Venne condannato all'ergastolo nel 1992 come il mandante dell'omicidio del Procuratore Capo di Torino Bruno Caccia, ucciso il 26 giugno 1983 a Torino. In seguito all'arresto le indagini patrimoniali portarono alla confisca dei beni di Belfiore; la confisca definitiva arrivò nel 1998, ma solo nel 2007 la famiglia Belfiore lascia la casa permettendone il riutilizzo sociale previsto dalla legge 109/96. In questo lasso di tempo la famiglia cercò di ostacolare la confisca con una doppia campagna di raccolta firme nel paese. L'Amministrazione Comunale di San Sebastiano da Po riuscì ad assegnare il bene all'associazione Gruppo Abele e all'Associazione ACMOS nel 2007. L'immobile è composto da una Cascina, un fienile e da un ettaro di terreno circostante. La Cascina è disposta su tre piani, per una superficie complessiva di 850 mq. La cantina ospita una mostra permanente dedicata alle vittime innocenti delle mafie. (www.cascinacaccia.net)



Regione: Liguria
Comune: Genova
Provincia: GE
Nome: "In centro a Genova"
Indirizzo: Vico delle Marinelle 6R
Cap:
Città: Genova
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:
 SPI REGIONALE

fonte: LIBERA (2017)
Descrizione del campo
Nel 2014 Genova è stata teatro della confisca di beni immobili più grande del Nord Italia: 96 unità immobiliari (su 115 totali), la maggior parte delle quali localizzata in centro storico. In quest'area si concentrano molte situazioni di difficoltà e disagio economico, sociale e culturale, ma insistono pure associazioni e singoli cittadini (tra cui il Cantiere per la legalità responsabile) che si sono attivati per informare la cittadinanza, dando vita a nuove e proficue collaborazioni. Ad oggi nel centro storico di Genova c'è un solo bene confiscato riutilizzato per finalità sociali, ma si progettano e realizzano vari percorsi legati ai temi dell'integrazione, dell'accoglienza, della riqualificazione del quartiere, del recupero di attività sociali e commerciali. L'importanza di restituire alla collettività questi beni ha fatto nascere vari progetti con l'obiettivo condiviso di far sentire questi beni come "beni di tutti", un patrimonio comune che va fatto fruttare a beneficio collettivo, in un'ottica di responsabilità condivisa.
Attività previste
I volontari saranno impegnati sia in attività manuali di riqualificazione del bene confiscato già assegnato e di altri luoghi significativi per il quartiere (pulizie, decorazioni di saracinesche), sia in momenti di realizzazione di eventi pubblici e di animazione per il quartiere, in collaborazione con le numerose associazioni e realtà sociali presenti (attività con bambini, ...). La formazione prevede sia opportunità di approfondimento e confronto su temi specifici (mafie, immigrazione, accoglienza, ...), sia momenti di lavoro e confronto di gruppo e soprattutto incontri con abitanti e realtà associative del territorio, per conoscere e sperimentare esempi concreti di cittadinanza attiva.
Storia del Bene
In Sciä Stradda - On the road - nasce nel 2012, quando la Cooperativa "Il Pane e le Rose", aderente alla Comunità di San Benedetto, vince il bando per la riassegnazione e il riutilizzo sociale dei due "bassi", utilizzati per lo sfruttamento della prostituzione, confiscati al boss gelese di Cosa Nostra Rosario Caci. Questa è la prima esperienza di riutilizzo sociale di un bene confiscato alla mafia effettuato da una cooperativa sociale in Liguria. Dopo l'avvio come bottega con i prodotti di Libera Terra, provenienti dalle terre confiscate, da alcuni prodotti della rete del commercio equo e solidale, nonché dalle "cianfrusaglie" create dagli ospiti della Comunità di San Benedetto, oggi lo spazio ha ampliato i propri orizzonti, divenendo sempre più un luogo aperto e a servizio del quartiere e delle associazioni attive sul territorio. In Scia Stradda è un progetto fortemente voluto da Don Andrea Gallo, gestito dalla Cooperativa sociale "Il Pane e le Rose" Onlus, in rete con il presidio "Francesca Morvillo" di Libera Genova, la Bottega Solidale, la Cooperativa Sociale "Il Laboratorio" e Banca Etica. Ad oggi viene animato da varie realtà, in primis proprio dal presidio di Libera Genova "Francesca Morvillo", in stretta collaborazione con le associazioni A.D.eS.So. (Antimafia, Diritti e Solidarietà Sociale), Pas à pas, Yuri.it, Sta*mina e il comitato di residenti "L'Armata Brancaleone". 



Regione: Lombardia
Comune: Vigevano
Provincia: PV
Nome: "WellFARE"
Indirizzo: Via Artigianato, 35
Cap:
Città: Vigevano
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con: 

fonte: LIBERA (2017)
Descrizione del campo:
Il campo si terrà presso il centro di prima e seconda accoglienza gestito da Caritas e confiscato il 22 giugno 1995 alla famiglia del Clan di 'Ndrangheta Valle. Prima della confisca l'immobile era adibito e conosciuto come Bar Giada, gestito dalla prestanome Adriana Ogliaro, intestato a Leonardo Valle e confiscato al capofamiglia Francesco, don Ciccio Valle. Attualmente accoglie uomini italiani e stranieri per un temporaneo o prolungato periodo di accoglienza e reinserimento sociale e lavorativo.
I partecipanti del campo metteranno al servizio del bene il proprio impegno condividendolo con gli ospiti del centro costruendo e condividendo giustizia sociale.
Attività previste:
Il programma della settimana prevede dei momenti di conoscenza e incontro con il territorio.
L'impegno su cui si incentrerà il campo si svilupperà attraverso delle mattinate di attività tese al miglioramento del bene, quali la ritinteggiatura esterna, pulizie generali, manutenzione ad arredi, decorazioni, sistemazione area verde esterna. I momenti pomeridiani e serali saranno invece dedicati a workshop, incontri di formazione sul fenomeno della criminalità organizzata. In particolare i temi previsti per i momenti di riflessione e confronto saranno: l'impegno delle associazioni nella lotta alla mafia, le mafie al Nord e il radicamento nel vigevanese, la confisca dei beni ed il loro riutilizzo sociale, la memoria, i reati ambientali, l'immigrazione, corruzione e povertà. È previsto anche un giro di incontro e scoperta dei beni confiscati - riutilizzati e non - presenti a Vigevano.



Regione: Lombardia
Comune: Sedriano
Provincia: MI
Nome: "Sogna con noi"
Indirizzo: Via San Remigio
Cap:
Città: Sedriano
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con: 

fonte: LIBERA (2017)
Descrizione del campo:
Sedriano è un paese di 12.000 abitanti alle porte di Milano, recentemente "salito" agli onori della cronaca come primo Comune della Lombardia sciolto per sospette infiltrazioni della criminalità organizzata, emerse nel corso dell'inchiesta che ha portato in carcere per voto di scambio l'ex assessore regionale Zambetti.Tutti coloro che decideranno di vivere questa esperienza avranno modo di osservare da vicino come opera, dove si radica e quali sono gli affari che conduce la mafia nel nord Italia e in particolare in Lombardia. Ma soprattutto di conoscere tutte quelle realtà associative e non solo che ogni giorno combattono silenziosamente per promuovere la legalità e i principi scritti nella Costituzione.
Attività previste:
Il campo si svolgerà a Sedriano e avrà l'obiettivo di ridare vita alla villetta di via Fiume, 18 - bene confiscato al narcotrafficante Paolo Leone. L'amministrazione comunale di Sedriano, con la delibera dello scorso 26 gennaio, si è impegnata a stabilire i criteri di assegnazione dei beni confiscati sul proprio territorio, lo scopo della concessione della villetta di via Fiume sarebbe l'utilizzo sociale per emergenze abitative e di ricovero per donne con minori, oggetto di violenza domestica, e che si trovano temporaneamente in una situazione di impossibilità a ritornare nella propria dimora.  
Storia del Bene:
Il bene all'interno del quale si realizzeranno i lavori consiste in un'abitazione indipendente con relativo box di appartenenza, precedentemente utilizzata a scopo abitativo. Confiscata definitivamente nel maggio 2011, la villetta apparteneva all'allora 54enne siciliano Paolo Leone, arrestato nel 2007 insieme a Carmine Di Nocera, 49 anni, con l'accusa di traffico internazionale di droga. Questi fermi sono avvenuti nell'ambito dell'operazione «Donnie Brasco», coordinata dal pm Nicola Piacente della Dda di Milano. Al momento della cattura, i militari hanno recuperato all'interno della villa otto chili di cocaina con una purezza del 90% circa e 65mila euro in contanti. Un ruolo decisivo lo ebbe il boss di Cosa nostra Giuseppe Lombardo, arrestato nel '99 per traffico internazionale di droga, decisosi poi a collaborare. Fu lui ad indicare agli inquirenti Paolo Leone come il nuovo responsabile del traffico di droga. Dopo aver scontato 8 anni di carcere, nel 2015 Leone tornò in libertà. Solo pochi mesi dopo la scarcerazione, il 24 novembre, Paolo Leone tentò di ammazzare in un agguato mafioso nei pressi di un cantiere edile a Corbetta, il suo ex socio in affari, Giuseppe Lombardo. Credendo di averlo ucciso, Leone si costituì il giorno stesso e venne nuovamente incarcerato a Opera.



Regione: Veneto
Comune: Erbe'
Provincia: VR
Nome: Diritti in campo
Indirizzo: Via Ingorre
Cap: 37060
Città: Erbe'
Organizzato da: ARCI e LIBERA
in collaborazione con:
 Gruppo scout il Tartaro Tione 1

fonte: LIBERA(2017)
Descrizione del campo:
Il bene è gestito dal locale gruppo scout Agesci il Tartaro Tione 1 che ha ricevuto nel 2006 dal comune di Erbè un appezzamento di terreno di 18.000 mq e 2 ruderi per ricavarne una base scout ed un centro di aggregazione giovanile. La base è stata inaugurata nel 2011 ma i lavori per completare il recupero totale del bene sono ancora molti e riguardano una adeguata sistemazione del bosco e delle aree verdi, il recupero funzionale della ex stalla cavalli e la costante manutenzione della base. Il bene si trova in pianura ed è immerso nel verde e nella quiete della campagna, è contornato da risaie e proprio il riso ed il melone sono i prodotti tipici di questa terra.  
Attività previste:
I volontari saranno seguiti da capi mastri in pensione che insegneranno tecniche e lavori da eseguirsi in totale sicurezza e ogni giorno cambieranno attività per dar modo a tutti di imparare o migliorare la conoscenza di più "mestieri". Formazione: Interverranno diversi relatori per affrontare temi specifici della legalità e di conoscenza delle mafie soprattutto per quanto riguarda il radicamento di quest'ultime al Nord. 
Storia del Bene:
Il bene è stato è stato confiscato nel 1993 ad uno spacciatore locale di droga che nel corso dei suoi traffici illeciti era riuscito ad accumulare importanti risorse economiche fino a realizzare una lussuosa villa, un ristorante con maneggio su un terreno di circa 2 ettari. Lo spacciatore ha subito una importante condanna ora scontata la pena e si è trasferito; sembra avesse collegamenti con ndrine calabresi peraltro mai dimostrati. Il comune di Erbè appena acquisito i beni confiscati ha promosso un progetto di recupero della villa con l'Asl locale fino ad inaugurare nel 2008 una struttura che ospita disabili mentali. Il terreno, il ristorante in fase di costruzione e la stalla cavalli diventati ruderi e luogo di rifugio di sbandati, sono stati assegnati nel 2006 in comodato gratuito per 30 anni al locale gruppo scout che stava nel periodo cercando una location per realizzare una base regionale scout. I lavori della base sono stati ultimati nel 2011. I finanziamenti necessari per completare l'opera sono stati dati da banca etica unica fra tutte le banche ad erogare un mutuo di 95.000 euro sulla scorta di un semplice diritto di superficie concesso nel frattempo magli scout dal comune di Erbè. La base di Erbè è la prima base italiana costruita su un bene confiscato.



Regione: Veneto
Comune: Campolongo Maggiore
Provincia: VE
Nome: Il giardino della legalità
Indirizzo: Via Enrico Fermi, 3
Cap: 30010
Città: Campolongo Maggiore
Organizzato da: ARCI
in collaborazione con:

fonte: ARCI (2016)
Descrizione del campo
Le attività si svolgeranno nelle ville confiscate e saranno così articolate:
 - incontri con testimonianze del territorio
 - visite in altre strutture confiscate
 - laboratorio di comunicazione su criminalità e corruzione
 - esperienza di lavoro nel laboratorio di stampa 3 D
 - attività di gestione tra cui lo zoo ‘tiger experience’
 - sistemazione dello spazio esterno alla sede - ‘il giardino della legalità’ - e del parco dell’ex villa Donà
 - incontri con scrittori e associazioni antimafia
 - festa/concerto ‘un giardino per tutti’ con i partecipanti e gli abitanti.
Storia del Bene
I beni confiscati nei quali lavoreranno i volontari appartenevano ad affiliati della Mala del Brenta, organizzazione criminale di stampo mafioso. La Mala del Brenta, nata in Veneto intorno agli anni '60 ed in seguito estesasi nel resto dell'Italia nord-orientale, è stata riconosciuta come "quinta mafia italiana" dalla Corte d'Assise d'Appello di Venezia. Si è resa protagonista negli anni di rapine, sequestri di persona, omicidi e traffici di droga e armi a livello europeo. Gran parte delle attività del campo si svolgeranno, in particolare, nell'ex-villa di Felice Maniero , per anni a capo della Mafia del Brenta. Maniero, soprannominato "Faccia d'Angelo", è stato accusato di sette omicidi, traffico di armi e droga, di numerose rapine e di associazione mafiosa. La villa, nella quale viveva con la madre, gli è stata confiscata in seguito al suo arresto. Attualmente è utilizzata come incubatore di imprese giovanili.
Le attività si svolgeranno inoltre in una seconda villa, "Villa Sollievo", un tempo appartenente a Fausto Donà, ex affiliato della Mala del Brenta e che attualmente ospita una comunità di accoglienza per persone con disabilità psichiche.



Regione: Emilia Romagna
Comune: Salsomaggiore
Provincia: PR
Nome: Campo di Salsomaggiore Terme
Indirizzo: Parco Regionale dello Stirone S. Nicomede - Millepioppi
Cap: 43039
Città: Salsomaggiore T.
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:

fonte: ARCI(2016)
Descrizione del campo
Il bene confiscato è stato assegnato al Parco Regionale dello Stirone e Piacenziano dal Comune di Salsomaggiore, ente locale destinatario, consiste in un appezzamento di terreno, un podere di 10 ettari, con annessa casa rurale che, a completa ristrutturazione, diventerà sede del Parco e del Cras (centro recupero animali selvatici). Il Campo è frutto di una collaborazione tra i volontari di Libera e operatori e volontari del Parco Regionale e si realizza attraverso il sostegno e l'impegno di numerose realtà locali e con la collaborazione delle Istituzioni locali: ANPI Salsomaggiore, Banca Etica, Baretz, CGIL Parma, Coop Connessioni, Coop Alleanza 3.0, Il Delfino, SPI Cgil Parma, Viva.Salso.Viva, ZonaFranca Parma, Comune di Salsomaggiore Terme.
Attività previste
Attività di riqualificazione del bene e costruzione strutture a servizio dell'Area Didattica del Parco e assistenza agli animali del Centro Recupero Animali Selvatici (rapaci notturni), manutenzione aree verdi.
Storia del Bene
Il bene è stato sequestrato dal Tribunale di Piacenza del 12/07/1996 dopo condanna per usura ai proprietari. Il bene e' stato poi assegnato al Comune che l'ha assegnato al Parco Regionale dello Stirone del Comune di Salsomaggiore.



Regione: Emilia Romagna
Comune: Pieve di Cento
Provincia: BO
Nome: Oltre il Ponte
Indirizzo: Via Cento, 39
Cap: 40066
Città: Pieve di Cento
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:

fonte: ARCI (2016)
Descrizione del campo
Primo campo in provincia di Bologna e secondo in Emilia Romagna.
"Il Ponte" è un' ex struttura alberghiera a Pieve di Cento (Bo). La villa con giardino è stata recentemente presa in gestione dal Comune e assegnata alla Caritas, per ospitare famiglie con emergenza abitativa, e alla Polizia Municipale.  
Attività previste
Il campo prevede tre momenti di attività diversificate:
 - risistemazione del bene
 - momento laboratoriale di approfondimento dei temi
 - formazione e incontro con il territorio per uno scambio interculturale.
E' prevista una gita in uno dei luoghi della Resistenza partigiana in Emilia-Romagna essendo il campo sviluppato sul tema della Resistenza e della Memoria. L'ultimo giorno è prevista una festa aperta a tutta la cittadinanza. Sono previsti lavori di pulizia e riqualificazione di aree verdi, manutenzione staccionate e piccoli lavori che rendano riconoscibile la struttura come bene confiscato.
Storia del Bene:
"Il Ponte" è un' ex struttura alberghiera (denominata "Le Quattro Piume") di circa 370 mq, situata a Pieve di Cento (Bo) a poche centinaia di metri dal centro storico. Dopo la condanna del proprietario per usura, è stata conferita al Comune nel 2013, dall'Agenzia Nazionale dei beni confiscati e sequestrati alla criminalità organizzata (Anbcs). Grazie a un Accordo di programma sottoscritto tra Regione e Comune, la parte abitativa de "Il Ponte" è gestita dall'Unione Reno Galliera in accordo con la Caritas. La parte superiore del bene è dedicata all'accoglienza di nuclei familiari con minori, emergenza abitativa, disagio socio-economico e difficoltà che trovano alloggio in di 8 miniappartamenti (6 monolocali e due bilocali). Il piano inferiore ospita la Polizia municipale dei Comuni di Pieve di Cento e Castello d'Argile.



Regione: Emilia Romagna
Comune: Pianoro
Provincia: BO
Nome: "AcCampiamoci!"
Indirizzo: via Campiano 12
Cap: 40065
Città: Campiano - Pianoro
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:

fonte: LIBERA(2017)
Descrizione del campo:
Il campo prevede momenti di attività diversificate:
- attività manuali e creative volte alla produzione di materiali di diffusione, conoscenza e valorizzazione del bene confiscato sul territorio;
- laboratori di approfondimento dei temi, la formazione e l'incontro con testimoni e il territorio per uno scambio interculturale.
- visita in uno dei luoghi della Resistenza partigiana in Emilia-Romagna essendo il campo sviluppato sul tema della Resistenza e della Memoria.
L'ultimo giorno è prevista una festa aperta a tutta la cittadinanza in cui verrà presentata l'esperienza e lasciato in regalo alle istituzioni il prodotto finale realizzato dai ragazzi da esporre presso il bene confiscato.
Attività previste:
Attraverso l'esperienza di "AcCampiamoci- Via Campiano 12" ci si propone di attivare una settimana dedicata alla ri-scoperta e alla valorizzazione del territorio. Filo conduttore del progetto sarà il collegamento tra resistenza di ieri (quella partigiana) e resistenza di oggi(lotta alle mafie e contrasto alle mafiosità) , con l'obiettivo di accompagnare i ragazzi e le ragazze coinvolte in un'esperienza di cittadinanza attenta al bene comune, responsabile ma soprattutto attiva e protagonista. Il lavoro si svilupperà intorno alla elaborazione di una "Mappa della cittadinanza attiva" da lasciare al territorio al termine dell'esperienza. Durante la settimana il gruppo sarà impegnato dapprima nella ricerca e nell'individuazione di quei luoghi nel territorio di Pianoro che possano secondo loro rappresentare o diventare, se valorizzati, luoghi simbolici in opposizione virtuosa rispetto alle mafie e ai disvalori mafiosi. Una volta concluso il lavoro di individuazione, questi verranno segnalati su una grande mappa cartacea, provvista di relativa legenda personalizzata. Particolare attenzione sarà data all'area confiscata, oggi parco pubblico, sulla quale verranno effettuati laboratori creativi e di animazione con l'obiettivo di far conoscere e promuovere lo spazio confiscato.  
Storia del Bene:
Il bene - un'abitazione con giardino - di via di Campiano 12 a Rastignano è stato confiscato in via definitiva nel 1992 a Gerardo Cuomo, personaggio legato alla criminalità organizzata e processato più volte per contrabbando, in particolare per aver riportato in attivo il mercato illegale di sigarette. Consegnato al Comune di Pianoro nel 2002. Le varie ipotesi di riutilizzo sono state bloccate da ostacoli che non ne hanno permesso la realizzazione: il soggiorno obbligato dello stesso Cuomo all'interno dell'immobile confiscato, i cedimenti strutturali dell'edificio, le frane, le difficoltà economiche e burocratiche. Nel 2003 Cuomo ha liberato definitivamente l'immobile, ma le difficoltà strutturali hanno portato alla necessità della demolizione. Dopo un lungo lavoro al posto del bene è nato un giardino pubblico intitolato alle vittime innocenti di tutte le mafie. Il giardino, sorto sul terreno dell'abitazione dove viveva Gerardo Cuomo con la moglie, è diventato così veicolo di un messaggio di legalità e consapevolezza.



Regione: Marche
Comune: Isola del Piano
Provincia: PU
Nome: Coltivare i Frutti della Legalità
Indirizzo: Strada Castelgagliardo
Cap: 61030
Città: isola del Piano
Organizzato da: ARCI
in collaborazione con:
 
fonte: ARCI(2016)
Descrizione del campo
Il progetto per riattivare il bene è quello di creare un centro educativo sulla legalità con uno spazio dedicato a coltivazioni bio regionali. il bene è costituito oltre che da due casolari anche da 4 ettari di terre coltivabili e un agriturismo con ristorazione gestita da una cooperativa sociale di tipo B.
Attività del campo
Le attività comprendono lavori manuali, come restaurazione del bene e laboratori artigianali, e incontri di approfondimento con magistrati, sindacalisti e protagonisti dell'antimafia. Il campo ruota intorno le parole GIUSTIZIA SOCIALE, DIRITTI, PARTECIPAZIONE e DIVERTIMENTO.
Storia del bene confiscato
Il bene dove si svolge il campo ha subito un iter piuttosto complicato fino ad essere affidato dal comune all’associazione ‘Fattoria della Legalità’ nel 2015. Tutto è iniziato con l’operazione ‘Sciacallo’ condotta nel 2002 dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia di Lecco. Le indagini hanno portato all’arresto di Ruggero Cantoni, criminale di una banda che ha operato tra Lecco ed Erba, la cui famiglia è stata residente fino ai primi anni Duemila nel comune di Isola del Piano. La condanna definitiva, avvenuta nel 2006, ha comportato la confisca del patrimonio di Cantone.



Regione: Marche
Comune: Cupramontana
Provincia: AN
Nome: Orto Sociale Comunità Podere Tufi
Indirizzo: via Tufi, 2 - Contrada Tufi
Cap: 60034
Città: Cupramontana
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:

fonte: LIBERA (2017)
Descrizione del campo:
L'attività principale sarà la coltivazione di un orto sociale con metodo biologico presso il bene confiscato che si trova sulle colline marchigiane e che ospita una comunità residenziale per utenti con disagio psicologico. I partecipanti saranno coinvolti in: piantumazione, diserbo, raccolta, confezionamento, utilizzo rimedi biologici, irrigazione. Sarà possibile la contemporanea presenza al lavoro di persone svantaggiate. Saranno anche effettuate consegne di verdure a gruppi di acquisto o privati nelle quali potranno essere coinvolti i volontari.  
Attività previste:
Impegno manuale: lavorazioni tipiche di un piccolo terreno agricolo (orto), diserbo manuale, piantumazione, raccolta ortaggi. Attività formative: percorso formativo sulle principali tematiche portate avanti da Libera con l'ausilio di diversi materiali e strumenti didattici. Coinvolgimento di ospiti esterni negli incontri pomeridiani. Visite del territorio/scoperta della comunità: verranno proposte visite a diversi luoghi e località limitrofe, oltre che incontri con realtà associative locali.
Storia del Bene:
La società "Pane e Tulipani Società Cooperativa Sociale" è stata costituita il 20 febbraio del 2012 all'interno di un progetto di utilizzo di un terreno confiscato con annesso fabbricato ad uso abitativo, che si trova nel territorio pede-montano del Comune di Cupramontana (AN), il Podere Tufi. Venti anni fa il terreno, di 28.000 mq, venne sequestrato e quindi confiscato perché risultato essere parte dei beni riconducibili ad Enrico Nicoletti, tesoriere della banda della Magliana di Roma, che lo aveva acquisito tramite un prestanome. Per alcuni anni venne ceduto a privati e adibito a coltivazioni. Nel 2009 il Comune, dopo aver reperito i fondi necessari, sottoscrisse una convenzione con la Cooperativa Sociale Vivicare, con sede a Jesi, ed in accordo con il Dipartimento di Salute Mentale competente venne deciso di costituire nel terreno confiscato una comunità residenziale per utenti con disagio psichiatrico. La convenzione affidava alla Cooperativa Sociale Vivicare l'organizzazione e la gestione della comunità, concedendole altresì la facoltà di stipulare accordi con cooperative sociali di tipo B per l'utilizzo a fini sociali del terreno ubicato attorno all'edificio che avrebbe ospitato la comunità. Di qui l'idea di costituire una cooperativa sociale di tipo B - "Pane e Tulipani soc. coop. Sociale" - con lo scopo specifico di svolgere attività per l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati sia ospiti della comunità che provenienti dal territorio limitrofo.



Regione: Umbria
Comune: Pietralunga
Provincia: PG
Nome: Col della Pila - Pietralunga
Indirizzo: Col della Pila
Cap: 06026
Città: Pietralunga
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:

fonte: LIBERA (2016)
Descrizione del campo
L'azienda agricola Col della Pila è stata confiscata alla famiglia De Stefano ('ndrangheta reggina) nel 2011, ed è composta da circa 100 ettari di terreno di cui 80 a bosco e 20 da bonificare per uso agricolo. L'azienda è situata in una bella vallata a 5 km dal paese di Pietralunga, piccola cittadina che sorge sulle colline a ridosso dell'Appennino Umbro-Marchigiano.  
Attività previste
Il lavoro sul bene è di tipo prettamente agricolo, i volontari si occuperanno della falciatura e ripulitura dei terreni e delle operazioni di spietramento e zappatura patate. Verranno organizzati momenti di approfondimento e relax all'insegna della natura (camminate sui sentieri della Resistenza Umbra, corsi di orienteering, osservazione del cielo), della musica (escursioni ed incontri con la musica popolare Umbra) e naturalmente della formazione sui temi legati alla lotta alle mafie. Formazione che prevede il coinvolgimento della Tavola della pace, dell' Anpi, del Corpo Forestale dello Stato, della Procura della Repubblica di Perugia e la testimonianza di un familiare di vittima di mafia.  
Storia del Bene
Nel 2006 un'azione di polizia ha portato al sequestro di un notevole patrimonio della Safi, Società agricola finanziaria immobiliare, con sede a Roma, che faceva capo alla famiglia De Stefano. Tra gli altri beni sequestrati c'era Col de la Pila acquistata circa 30 anni fa dalla 'ndrangheda ma apparentemente mai utilizzata, considerato lo stato di abbandono nel quale si trova. Quello che si presume da alcune indagini fatte, è che l'investimento in Umbria era stato realizzato dalla famiglia De Stefano per essere utilizzato come "covo freddo". Negli anni '80 e nei primi anni '90, quando c'erano le faide tra cosche, se un affiliato era a rischio vita o a rischio cattura veniva mandato in esilio, per 3 o 6 mesi, fino a che non si calmavano le acque. Ecco, l'idea è che qualcuno di loro sia passato di qui. Con la confisca definitiva avvenuta il 27 ottobre 2011 ci siamo attivati andando innanzitutto a incontrare l'amministrazione comunale di Pietralunga, che ha accettato volentieri la sfida che gli abbiamo lanciato.



Regione: Campania
Comune: Casapesenna
Provincia: CE
Nome: Terra di lavoro e dignità
Indirizzo:
Cap: 81030
Città: Casapesenna
Organizzato da: ARCI
in collaborazione con:
 
fonte: ARCI (2017)
Terra di Lavoro e dignità è un campo antimafia che mette insieme il recupero e riutilizzo di un bene confiscato alla camorra con l’impegno contro lo sfruttamento lavorativo degli immigrati in agricoltura.
I volontari saranno impegnati nelle attività per la gestione e manutenzione di un allevamento di elicicultura (lumache), incontreranno familiari di vittime di camorra che realizzano attività economiche basate sul riciclo della plastica, amministratori locali, beneficiari dei progetti Sprar gestiti dall’Arci sul territorio. Contribuiranno a promuovere attività per coinvolgere i giovani del territorio.
Storia del bene
Il bene confiscato su cui si svolgono le attività si trova in pianura vicino al fiume Volturno nel territorio del comune di Santa Maria La Fossa. Una parte del terreno è stata confiscata a Aniello Bidognetti, figlio del boss Cicciotto e Mezzanotte, un’altra parte ad un cugino omonimo di Schiavone Sandokan; al centro, quel che resta di una piccola azienda nota come la Masseria del Villano impiantata su una vecchia strada comunale. I partecipanti saranno ospitati presso l’ostello gestito dall’associazione Giosef in una villa confiscata al boss Alfredo Zara a Casapesenna.



Regione: Campania
Comune: Castel Volturno - Baia Verde
Provincia: CE
Nome: Casa di Alice
Indirizzo: Viale del Correggio n° 13
Cap:
Città: Castel Volturno - loc. Baia Verde
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:
 Coop. Sociale ALTRI ORIZZONTI
 
fonte: LIBERA(2017)
Descrizione del campo:
Nel marzo 2010 un bene confiscato alla camorra, viene assegnato in comodato d'uso dal Comune di Castel Volturno all'associazione Jerry Essan Masslo e ribattezzato "Casa di Alice", il luogo dove i sogni diventano realtà. Da qui la decisione di avviare la cooperativa "Altri Orizzonti" per realizzare una sartoria sociale. Il campo mira a far conoscere in un'ottica diversa la realtà di Castel Volturno e come, attraverso la cooperazione e l'impegno, sia possibile creare alternative valide e valorizzare risorse in un territorio difficile. Il bene accoglie una sartoria sociale in cui donne di diverse etnie realizzano abiti traendo ispirazione dalla fusione delle culture che vivono questa realtà. Attraverso le attività della sartoria sociale e dei laboratori pratici e formativi, i partecipanti al campo potranno scoprire come la cultura africana e quella italiana, fondendosi, possono dare vita a nuove opportunità di riscatto e coesione sociale. Casa di Alice è una villetta con ampio giardino e orto situata in un parco privato a circa 600 mt dal mare.
Attività previste:
Nel corso della settimana sarà possibile svolgere attività presso la sartoria sociale e dei laboratori pratici e formativi, inoltre attraverso piccole attività di manutenzione e pulizia della struttura i volontari dei campi potranno aiutare i soci della cooperativa a migliorare i servizi offerti presso il bene. Saranno svolte, inoltre, giornate di impegno sul territorio di Castel Volturno in cui i volontari, in collaborazione con altre associazioni di volontariato locali, organizzeranno iniziative di animazione territoriale volte al coinvolgimento e alla sensibilizzazione della comunità locale sui temi dell'immigrazione e del riutilizzo sociale dei beni confiscati. Sarà possibile svolgere gite ed escursioni presso i siti di interesse storico e culturale di Castel Volturno, presso luoghi simbolo della lotta alla mafia (monumento dedicato a Domenico Noviello, monumento strage del 2008, P.zza Miriam Makeba) e presso l'Oasi Naturale dei Variconi. Le attività formative proposte ai volontari affronteranno diverse tematiche: memoria ed impegno, la realtà territoriale, immigrazione, ambiente, beni confiscati e lotta alla criminalità organizzata.
Storia del Bene:
La struttura è stata confiscata intorno alla metà degli anni 90 ad Assunta Maresca detta Pupetta, boss della camorra napoletana. Si tratta di una villetta monofamiliare a 600 mt. Dal mare nella quale l'esponente del crimine organizzato soggiornava con la propria famiglia durante il periodo di vacanza. Sebbene non si trattasse di una residenza fissa, la villetta fu comunque dotata di bunker e vie di fuga alternative. Trasferita al patrimonio indisponibile del Comune di Castel Volturno, il bene è stato poi assegnato nel 2010 all'associazione di volontariato "Jerry Essan Masslo" per destinarlo all'accoglienza di donne vittime di tratta e osservatorio sul disagio e sulla discriminazione.



Regione: Puglia
Comune: Cerignola
Provincia: BA
Nome: Le Terre di Hiso
Indirizzo: C.da Toro - Laboratorio di Legalità "Francesco Marcone"S.S. 16
Cap: 71042
Città: Cerignola
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:
 Coop. Sociale PIETRE DI SCARTO
 Coop. Sociale ALTERECO
 
fonte: LIBERA (2017)
Descrizione del campo:
Il campo si svolgerà a Cerignola su due beni confiscati alla mafia gestiti da due Cooperative Sociali, "Pietra di Scarto" e "Altereco", tra le fondatrici del locale Presidio di Libera. "Terra Aut", bene gestito dalla Coop. Altereco, e il Laboratorio di Legalità "Francesco Marcone", gestito dalla Coop. Pietra di Scarto, sono diventati dal 2010 a oggi, luoghi simbolo della lotta alla mafia, creando occupazione, promuovendo integrazione sociale.
Oltre all'attività di lavoro agricolo e di riqualificazione dei beni con progetti dedicati, l'esperienza del campo prevede l'approfondimento di alcune tematiche specifiche di questo territorio: focus sulle mafie locali, sul fenomeno del caporalato in agricoltura, senza ovviamente tralasciare momenti di incontro con familiari di vittime di mafie e con la comunità attraverso la visita alle bellezze locali, l'esperienza delle tradizioni gastronomiche e, soprattutto, la conoscenza di quelle realtà virtuose che operano sul territorio.
Attività previste:
L'impegno richiesto ai volontari è di due tipi: uno di supporto alle attività agricole (oliveto, vigneto, pomodoro, orto) e non solo, l'altro di studio e approfondimento delle tematiche che caratterizzano il territorio in termini di presenza mafiosa e relativa lotta. Si progettano interventi dedicati con i volontari in modo che all'interno della stessa esperienza si possano portare a termine attività rappresentative del proprio passaggio. L'attività vedrà anche l'equipe formativa impegnata in una offerta che possa raccontare al volontario la complessità di un territorio come quello di Capitanata: dalle lotte bracciantili contro il latifondo con approfondimento sulla figura di Giuseppe Di Vittorio fino a raccontare l'odioso fenomeno della mafia del caporalato e dei ghetti che caratterizza la provincia di Foggia; dalla geografia criminale del territorio, alle risposte della società civile fino all'incontro con familiari di vittime di mafia.
Storia del Bene:
I due beni confiscati sono il risultato dell'operazione "Cartagine" del 1992/93 che videportati alla sbarra i principali clan mafiosi della città, in uno dei processi più importanti della storia dell'antimafia locale. In particolare i due beni sono stati confiscati a due esponenti dispicco del clan Piarulli-Ferraro, a tutt'oggi attivo sul territorio,e cioè Giuseppe Mastrangelo e Rosario Giordano, entrambi condannati per associazione di stampo mafioso. I due beni sono ritornati alla collettività grazie all'impegno delle due Cooperative Sociali con il supporto del locale Presidio di Libera, sviluppando percorsi di inserimento lavorativo edi integrazione che hanno portato anche alla sottoscrizione di protocolli di intesa con l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Foggia e il Tribunale di Foggia.



Regione: Puglia
Comune: Brindisi
Provincia: BR
Nome: TI SCRIVO L'ANTIMAFIA - laboratorio giornalistico della legalità
Indirizzo: Via Leonardo Leo, 15
Cap: 72020
Città: Tuturano
Organizzato da: ARCI
in collaborazione con: SPI REGIONALE
 CGIL
 LIBERA
 AUSER 

Descrizione del campo:
Protagonisti dell’iniziativa saranno 15 ragazzi e ragazze provenienti da tutta Italia di età compresa tra i 16 e i 35 anni, i quali saranno alle prese per 10 giorni con un laboratorio giornalistico itinerante nei beni confiscati alla mafia tra la provincia di Bari, Brindisi e Lecce. Il “viaggio” metterà a nudo criticità e punti di forza dell’antimafia sociale e avrà come prodotto finale un interessante reportage guidato da esperti giornalisti. Il fulcro dell’esperienza sarà rappresentata dal reportage giornalistico e fotografico che si articolerà tra interviste, testimonianze, partecipazione a manifestazioni locali, visite guidate. Si prediligerà una metodologia non formale al fine di coinvolgere i partecipanti sin dall’inizio e creare un clima di gruppo sereno e collaborativo oltre che partecipato ed attivo. Il laboratorio, grazie al supporto di giornalisti ed esperti dell’informazione, partirà dalle basi ovvero come si scrive un articolo di giornale, qual è il pubblico e come suscitare attenzione, quando un fatto è notizia fino a comprendere come si struttura un racconto giornalistico in terra di mafia e, soprattutto, come il racconto del territorio può prevenire l’illegalità. Ci si addentrerà sulla conoscenza del fenomeno mafioso in Puglia, in particolare nelle province di Bari, Brindisi e Lecce. Tale proposta progettuale costituisce un vero e proprio percorso di Educazione alla legalità, atto alla riflessione e alla praticabilità di proposte educative finalizzate alla formazione di cittadini responsabili, capaci di senso critico e di basilare analisi della realtà territoriale d’appartenenza e non solo.
Al centro di tutto il percorso vi sarà la costante attenzione alla responsabilità del singolo e alla libertà, quella personale ed anche quella declinata in relazione alla libertà altrui che dà vita a valori quali la giustizia, i diritti, la responsabilità, parole chiave della cittadinanza attiva.
Obiettivi:
- promuovere il mezzo dell’inchiesta giornalistica tra i giovani come strumento di crescita culturale e civile, oltre a porsi come un'occasione per acquisire competenze professionali.
- promuovere la cultura della legalità tra i giovani attraverso la presa di coscienza del fenomeno della mafia e delle azioni messe in campo dall’antimafia sociale
Articolazione del progetto:
Le giornate saranno scandite da ore dedicate al laboratorio di reportage giornalistico vero e proprio (modalità da stabilire assieme all’esperto). Ogni giorno verrà organizzata almeno un’attività di gruppo della durata di un’ora e mezza attraverso la metodologia non formale per riflettere su concetti imprescindibili per divenire un cittadino attivo e responsabile (diritti, mafia ed effetti sul sociale, legalità ecc.). Nell’arco dei 7 giorni verranno organizzate visite guidate ai principali beni confiscati alle mafie e a siti naturalistici che rappresenteranno ulteriori spunti di lavoro per il reportage (per esempio Torre Guaceto, Cerano), incontri con associazioni locali, strutture di accoglienza di cittadini stranieri e con rappresentanti delle Istituzioni locali impegnati nell’azione di contrasto alla mafia.
STORIA DEL BENE CONFISCATO:
La struttura in cui si alloggerà è un bene confiscato alla mafia su provvedimento dell’allora questore Francesco Forleo. Il terreno su cui sorge la struttura era riconducibile all’esponente della SCU, Giorgio Felline ed è stata affidata al Comune di Brindisi nel 2013 con l’intento di renderla uno spazio rivolto all’integrazione e all’accoglienza di alcuni immigrati del territorio brindisino. Attualmente la Cooperativa sociale a mutualità prevalente “Solidarietà e Rinnovamento” è l'ente gestore del Centro S.P.R.A.R. (Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati) ospitato all’interno della struttura.




Regione: Calabria
Comune: Polistena
Provincia: RC
Nome: SUD: sviluppo, uguaglianza, diritti - Le opportunità del capitale sociale
Indirizzo: Via Catena 51 - quartiere Catena
Cap:
Città: Polistena
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:
 Coop. Sociale VALLE DEL MARRO

Fonte: LIBERA (2017)
Descrizione del campo:
Il campo tematico nasce dalla collaborazione tra il Dip.to di Scienze politiche e sociali dell'Univ. della Calabria e il settore Libera Università, con l'obiettivo di affrontare le principali problematiche strutturali del Sud. La direzione del campo tematico sarà quella di far capire come sia possibile intraprendere al Sud iniziative dal basso, senza i tradizionali meccanismi di supporto economico che provengono dallo Stato e sviluppare reali percorsi di crescita per il Meridione.
Il campo vuole dar vita a percorsi di aggregazione e cooperazione e a strumenti di analisi e di impegno, capaci di disegnare e/o attuare modelli economici alternativi che non producano competizione e frammentazione, ma distribuiscano risorse e opportunità. Grazie alla legge 109/96 tra le tante esperienze di crescita del territorio calabrese emergono la nascita della Cooperativa sociale Valle del Marro - Libera Terra, prima azienda agricola che gestisce i terreni confiscati in Calabria, e il Centro Polifunzionale "Padre Pino Puglisi", "cattedrale dei diritti" creata in un immobile confiscato alla cosca Versace di Polistena e assegnato alla Parrocchia Santa Marina Vergine di don Pino Demasi, referente di "Libera" sul territorio.  
Attività previste:
Il campo si strutturerà su due livelli: l'impegno manuale sui beni confiscati e l'attività formativa. A sostegno delle iniziative di formazione saranno messi a disposizione del campo interventi qualificati (docenti, esperti e testimoni) per approfondire il tema delle mafie e dello sviluppo in tutti i suoi aspetti, storici, sociologici e antropologici.
Storia del bene:
I terreni agricoli, dove si svolgeranno le attività manuali del campo, sono frutto delle confische decretate dal Tribunale delle misure di prevenzione di Reggio Calabria, tra gli anni 90 e gli anni 2000, a danno delle cosche operanti nei Comuni di Gioia Tauro, Oppido Mamertina, Rosarno, taurianova e San Procopio. I terreni, all'atto dell'assegnazione, si presentano improduttivi o spogli a causa delle condizioni di abbandono o a motivo di danneggiamenti a scopo intimidatorio. Recuperando alla produttività quei terreni (uliveti, agrumeti, seminativi), la Valle del Marro - Libera Terra ha creato opportunità di lavoro vero e stabile, anche per soggetti svantaggiati, costruendo nel tempo, filiere di legalità e reti di impegno antimafia con numerosi partners, locali e nazionali. A Polistena si trova un palazzo confiscato alla mafia, dove si svolgeranno tutti gli incontri formativi dei campi di impegno e formazione. Quello che era stato per tutti gli anni '80 il palazzo del potere di una famiglia di ndrangheta, adibito a bar e a ristorante e anche a sede di un istituto scolastico superiore (poi trasferito dopo una forte protesta di studenti e del preside di allora Luigi Marafioti), è diventato un polo culturale, il "Centro polifunzionale padre Pino puglisi". Un palazzo di cinque piani all'ingresso del paese, dove adesso è attivo il poliambulatorio di Emergency, che offre cure gratuite alle persone indigenti e ai migranti; il Centro di aggregazione "Luigi Marafioti", che offre servizi educativi a giovani, adolescenti e minori a rischio; l'Ostello "Gianni Laruffa", una struttura di ricettività extra-alberghiera. Il palazzo si affaccia su una piazza, intitolata negli anni 80 a Giuseppe Valarioti, vittima di mafia.



Regione: Calabria
Comune: Isola Capo Rizzuto
Provincia: KR
Nome: ISOLA DI CAPO RIZZUTO - Cooperativa Terre Joniche
Indirizzo: SP48, Loc. Cardinale
Cap:
Città: Isola di Capo Rizzuto
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con: Coop. Sociale TERRE IONICHE

fonte: LIBERA (2017)
Descrizione del campo:
Nel comune di Isola Capo Rizzuto per il settimo anno si svolgono i campi di impegno e formazione E!state Liberi che hanno lo scopo di far conoscere l'opera di valorizzazione dei beni confiscati condotta nel territorio dalla cooperativa sociale Terre Joniche-Libera Terra. La cooperativa gestisce i terreni confiscati al clan Arena. I partecipanti, saranno ospitati presso una struttura gestita dalla cooperativa adibita ad Ostello e ubicata nel centro aziendale. L'alloggio si trova a circa 2 km dal centro di Isola di Capo Rizzuto.  
Attività previste:
Le giornate si divideranno tra l'affiancamento ai soci della cooperativa sui beni confiscati e attività formative, le testimonianze, i cineforum, le visite guidate e gli incontri istituzionali. La maggior parte dei terreni si trova in una zona del territorio di Isola di Capo Rizzuto di notevole pregio ambientale e paesaggistico. La cooperativa realizza attività agricole con metodo biologico, un'autentica sfida che vede i soci impegnati, in un contesto molto difficile dal punto di vista sociale ed economico. L'obiettivo del loro lavoro consta nel creare una reale alternativa in discontinuità col sistema mafioso dal punto di vista economico e sociale, valorizzando i beni confiscati presenti sul territorio producendo delle materie prime di assoluta qualità.  
Storia del Bene:
Nel comune di Isola di Capo Rizzuto sono stati confiscati circa 100 ettari di terreni agricoli con annesse varie strutture, che oggi sono gestite dalla Coop. Soc Terre Joniche - Libera Terra. Il provvedimento di confisca emesso nei confronti del clan Arena, una delle organizzazioni storiche e più potenti della 'ndrangheta calabrese, diviene definitivo nel 2007. Nel settembre 2010 si delinea il percorso del progetto Libera Terra Crotone, finalizzato alla costituzione di una cooperativa sociale per la gestione dei terreni confiscati nei territori dei comuni di Isola di Capo Rizzuto e Cirò. Il progetto si conclude nel gennaio 2013 con la costituzione, attraverso un bando pubblico, della Coop. Terre Joniche-Libera Terra. Il campo è gestito direttamente dalla cooperativa Terre Joniche Libera Terra, in collaborazione con il coordinamento di Libera Crotone.



Regione: Calabria
Comune: Gioiosa Ionica
Provincia: RC
Nome: "Don Milani"
Indirizzo: Contrada Giardinazzo
Cap:
Città: Gioiosa Ionica
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:
 Ass.ne DON MILANI

fonte: LIBERA (2017)
Descrizione del campo:
L'Associazione Don Milani opera nel territorio della Locride, in Calabria. Il progetto "Don Milani" nasce nel 1995 dall'idea di alcuni giovani volontari che scelgono di prendersi cura dei bambini vittime del disagio sociale, offrendo loro un supporto alla crescita, combattendo l'emarginazione e l'abbandono scolastico. Nel corso degli anni il numero dei minori cresce, dai 7 iniziali, fino ad arrivare agli attuali 150, ai quali viene offerto l'accompagnamento allo studio e numerosi laboratori, dall'educazione alla legalità alle attività ludico-ricreative, dall'arte e gioielli con materiale da riciclo al ballo.
Attività previste:
I campisti saranno impegnati in un percorso formativo di conoscenza del territorio, focalizzato sul fenomeno mafioso e sulle lotte di contrasto ad esso. Parte importante del campo è dedicata alle attività formative e agli incontri con testimoni privilegiati. Inoltre, sarà dato spazio ad alcune attività di animazione territoriale. Il 22 luglio i campisti parteciperanno a "I Sentieri della Memoria", una marcia silenziosa fino al cuore dell'Aspromonte, per ricordare le vittime innocenti di mafia e ascoltare le testimonianze dei loro familiari.  
Storia del Bene:
Il bene è stato confiscato in primo grado nel 1996 dal Tribunale di Torino ed in via definitiva dalla Cassazione nel 1998. Dopo un lungo iter burocratico, dovuto inoltre all'occupazione senza titolo per diversi anni del bene stesso, il Comune di Gioiosa Ionica ha indetto un bando per l'assegnazione nel dicembre 2012. Nel gennaio 2013 l'associazione Don Milani è risultata aggiudicataria del bene e nel luglio dello stesso anno, dopo alcuni lavori di manutenzione straordinaria realizzati al suo interno, ha attivato il bene inaugurandolo ufficialmente il 16 luglio 2013 con l'intitolazione a Vincenzo Grasso, imprenditore di Locri ucciso dalla 'ndrangheta nel 1989. Il bene si trova nel territorio del Comune di Gioiosa Ionica, al confine con quello di Marina di Gioiosa Ionica, in un'area pianeggiante, densamente abitata, a circa 3 km dal mare e a circa 2 km dal centro abitato di Gioiosa Ionica. Attualmente il bene è utilizzato per ospitare gruppi e nell'orto si coltivano ortaggi consumati dagli stessi gruppi e per svolgere attività di educazione alla legalità con i minori dell'associazione.



Regione: Calabria
Comune: Cutro San Leonardo
Provincia: KR
Nome:
Indirizzo: Via delle Rose
Cap:
Città: CUTRO
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:
 Coop. Sociale TERRE IONICHE

fonte: LIBERA (2017)
Descrizione del campo
Il campo a San Leonardo di Cutro ha l'obiettivo di sostenere la cooperativa Terre Joniche - Libera Terra che gestisce terreni confiscati nel comune di Isola di Capo Rizzuto. Il gruppo sarà ospitato presso l'ostello realizzato in un bene confiscato e gestito dall'Associazione Amici del Tedesco. I partecipanti, potranno occuparsi di varie tipologie di servizio, in base alle esigenze della struttura ospitante o della programmazione degli interventi sui terreni confiscati. In alcune occasioni potranno essere protagonisti di attività sociali realizzate in collaborazione con il Comune di Cutro e altre associazioni di volontariato locali. La maggior parte delle giornate si divideranno tra l'impegno sui beni confiscati al mattino e attività formative, testimonianze, cineforum, visite guidate, e incontri istituzionali nel pomeriggio. 
Attività previste
La maggior parte delle attività manuali si svolgeranno sui terreni confiscati gestiti dalla Coop. Terre Joniche, a Isola di Capo Rizzuto, in particolare su circa due ettari di terreno coltivato ad ortaggi; coltivazioni che vengono realizzate manualmente senza l'ausilio di macchinari. Si realizzeranno anche lavori di manutenzione quali sfalcio, potature, tinteggiature, restauro di manufatti, allestimento di recinzioni. I partecipanti che si dedicheranno ai vari tipi di servizio saranno selezionati in base alla loro disponibilità e competenza.
Storia del Bene
Nel comune di Isola di Capo Rizzuto sono stati confiscati circa 100 ettari di terreni agricoli con annesse varie strutture, che oggi sono gestite dalla Coop. Soc Terre Joniche. Il provvedimento di confisca emesso nei confronti del clan Arena, una delle organizzazioni storiche e più potenti della 'ndrangheta calabrese, diviene definitivo nel 2007. A partire dall'anno successivo, con l'insediamento di una nuova giunta comunale, vengono avviati gli accordi con la Prefettura di Crotone e l'associazione Libera, che si concretizzano con un protocollo d'intesa stipulato nel settembre 2010, nel quale si delinea il percorso del progetto Libera Terra Crotone, finalizzato alla costituzione di una cooperativa sociale per la gestione dei terreni confiscati nei territori dei comuni di Isola di Capo Rizzuto e Cirò. Il progetto si conclude nel gennaio 2013 con la costituzione, attraverso un bando pubblico, della Coop. Terre Joniche-Libera Terra. La maggior parte dei terreni si trova in una zona del territorio di Isola di Capo Rizzuto di notevole pregio ambientale e paesaggistico; si tratta di un'area pianeggiante, fertile, a pochi chilometri dalla costa dell'Area Marina Protetta "Capo Rizzuto". La cooperativa realizza attività agricole con metodo biologico, un'autentica sfida che vede i soci impegnati in un contesto molto difficile dal punto di vista sociale ed economico. La struttura che ospita i volontari invece è stata confiscata al clan Mannolo nel 1997 e consegnato al comune di Cutro nel 2000. Si tratta di un fabbricato di 3 piani per complessivi 540 mq, ubicato nel centro della frazione di San Leonardo di Cutro. A distanza di 14 anni il comune assegna la gestione del bene all'Associazione Amici del Tedesco che realizza un ostello destinato ad ospitare gruppi di giovani, associazioni, volontari provenienti da ogni parte d'Europa. Il campo è gestito dall'associazione Amici del Tedesco, per quanto riguarda l'ospitalità e gli aspetti logistici, dal coordinamento di Libera Crotone, per quanto riguarda la formazione, dalla cooperativa Terre Joniche per tutto ciò che attiene alle attività di lavoro sui terreni confiscati.



Regione: Calabria
Comune: Pentedattilo
Provincia: RC
Nome: CAMPI DEL SOLE
Indirizzo: Via Crimameno Snc,
Cap: 89063
Città: Pentidattilo Nuovo
Organizzato da: ARCI
in collaborazione con: ARCI Reggio Calabria
 Consorzio Coop. Sociali MACRAME

fonte: ARCI (2017)
Descrizione del campo
Il campo occupa i partecipanti nel lavoro su due beni confiscati, una struttura e un terreno su cui si svolgono ogni mattina lavori di pulizia, manutenzione e piccoli lavori edili. E’ possibile che si lavori anche per la pulizia e manutenzione del borgo antico di Pentedattilo, comune praticamente abbandonato. Nel primo pomeriggio c’è spazio per il riposo e per qualche tappa al mare, mentre dalle 17 hanno inizio gli eventi di formazione, che prevedono incontri con magistrati, forze dell’ordine, giornalisti, scrittori, attivisti, associazioni, familiari di vittime di mafia e in generale con chi quotidianamente testimonia con i fatti la sua lotta alla ‘ndrangheta. Fondamentale è la conoscenza del territorio e l’approfondimento delle dinamiche sociali e culturali dell’area grecanica della provincia di Reggio Calabria. Le serate sono dedicate ad ulteriori approfondimenti più “leggeri”, nonché a momenti di svago e socializzazione. Al campo parteciperanno come volontari anche alcuni beneficiari del progetto SPRAR “Approdi Mediterranei” del Comune di Villa S. Giovanni (RC), gestito dall’Arci Reggio Calabria.
Storia del bene
Il bene su cui si svolge il campo è un terreno agricolo con annessa villa padronale ed altri immobili, confiscato alla famiglia Iamonte nel 1996 per essere assegnato 10 anni dopo. I campi di lavoro a Pentedattilo nascono nel 2008 ed occupano i partecipanti nel lavoro su entrambi i beni confiscati: il primo è Villa Placanica, assegnata all’associazione Pro-Pentedattilo e adibita ad ostello (con 12 posti letto), uffici e luogo di ritrovo con possibilità di ristorazione; il secondo è il terreno di 10 ettari assegnato al consorzio di Coop sociali “Macramè”, dove attualmente ha sede un agrumeto di arance, clementine e bergamotti.
In collaborazione con:
Pro-Pentedattilo Onlus – dà ospitalità comprensiva di vitto, alloggio, trasporti e preparazione pasti
Consorzio Coop sociali “Macramè” – collaborazione nei lavori sul bene confiscato e realizzazione attività formative
Libera – collaborazione nella realizzazione delle attività formative 



Regione: Calabria
Comune: Riace
Provincia: RC
Nome: Diritti, legalità e immigrazione
Indirizzo: contrada S. Cosimo
Cap: 89040
Città: Riace
Organizzato da: ARCI
in collaborazione con:

fonte: ARCI(2016)
Descrizione del campo
I laboratori ruoteranno intorno a tre tematiche guida: migranti, legalità e diritti e avranno come filo conduttore comune le dinamiche di resistenza territoriale e di integrazione.  
Attività del campo
Attività laboratoriali per le quali i partecipanti affiancheranno i migranti nelle botteghe artigiane del borgo di Riace e saranno guidati al ripristino dei murales a contenuto socio-politico che adornano il borgo. Grande attenzione verrà riservata al tema dei poteri criminali ed a quello delle strategie di contrasto alla ‘ndrangheta, proponendo ai partecipanti un percorso alla scoperta delle caratteristiche strutturali ed espressive della ‘ndrangheta, ma anche delle storie – spesso dimenticate - di resistenza culturale e territoriale, di determinazione e coraggio, storie esemplari di impegno politico e civile. Ci saranno trasferte in luoghi simbolo.  
Tipologia di lavoro
Lavoro nelle botteghe artigiane e riqualificazione di spazi comune nel territorio di Riace.



Regione: Sicilia
Comune: Corleone
Provincia: PA
Nome: Liberarci dalle spine
Indirizzo: via Crispi, 66
Cap: 90034
Città: Corleone
Organizzato da: ARCI
in collaborazione con:
 
fonte: ARCI (2016)
Descrizione del campo
Il campo Liberarci dalle spine si tiene a Corleone (Palermo).
Attività del campo
Si svolgono su un vasto terreno agricolo che la cooperativa ha avuto in affidamento, insieme a due grandi edifici confiscati alla mafia. Consistono in lavori agricoli nei terreni confiscati, studio, conoscenza e formazione sull’impegno nell’antimafia sociale, animazione nelle comunità locali, pratiche di stili di vita sani.
Inoltre è presente un laboratorio per il confezionamento di legumi.
L’alloggio dei partecipanti è a ‘Casa Caponnetto’, un edificio confiscato al clan Grizzafi, sede della cooperativa e dell’ostello. L’altro edificio, confiscato al boss Provenzano e sede del Laboratorio della legalità, è intitolato al giudice Borsellino e agli agenti della scorta.
Storia del bene confiscato
La Cooperativa ha avuto affidati, dal Consorzio Sviluppo e Legalità, 200ha di terreno, di cui:
 - 58 ha nel territorio di Corleone
 - 92 ha nel territorio di Monreale
 - 50 ha nel territorio di Polizzi Generosa.
Oltre al terreno è stato confiscato un edificio di 3 piani, di circa 150 mq per piano, sede della Cooperativa e dell’Ostello intitolato alla memoria del Giudice Antonino Caponnetto.
La Cooperativa ha avuto affidati, dal Comune di Corleone, anche un edificio di 3 piani, sede del Laboratorio della Legalità – il bene è intitolato al Giudice Paolo Borsellino e agli Agenti della scorta.
Al suo interno sono esposti 50 quadri del maestro Gaetano Porcasi che raccontano la storia del movimento antimafia e la criminalità della mafia dalla fine dell’800 all’arresto di Bernardo Provenzano.



Regione: Sicilia
Comune: Palermo
Provincia: PA
Nome: "LIBERA Palermo, Palermo LIBERA!"
Indirizzo: Base Scout AGESCI Volpe Astuta - quartiere di Altarello di Baida
Cap:
Città: via Micciulla, 5
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:
 AGESCI Zona Conca d'Oro
 
fonte: LIBERA (2017)
Descrizione del campo:
Il campo "LIBERA Palermo, Palermo LIBERA!" nasce dalla lunga collaborazione tra "AGESCI - Zona Conca d'Oro" ed il coordinamento provinciale di LIBERA e si svolgerà all'interno della Base Scout Volpe Astuta, primo bene confiscato assegnato ad un'associazione nel territorio palermitano. La straordinaria bellezza della settecentesca Camera dello Scirocco, un monumento sotterraneo unico nel suo genere, farà da cornice al campo.
Attività previste:
I volontari che parteciperanno al campo trascorreranno le giornate secondo un programma giornaliero che prevede di lavorare sul bene. Previsti momenti di formazione, visite dei luoghi simbolici della città ed incontri con i familiari delle vittime aderenti al coordinamento locale.  
Storia del Bene:
Il bene, le cui notizie storiche risalgono al XV secolo, per lunghissimi anni è stato proprietà della famiglia mafiosa dei Piraino che ne avevano fatto la propria residenza all'interno di un territorio sicuramente favorevole, per le condizioni disagiate, al proliferare di un sistema improntato alla cultura dell'illegalità. Il bene, nel 1981, fu oggetto di sequestro da parte dell'allora Giudice Istruttore del Tribunale di Palermo Giovanni Falcone e successivamente sottoposto a definitiva confisca. Abbandonato per decenni, durante i quali l'intero fondo è divenuto terra di nessuno o meglio di "qualcuno" che ha continuato ad usarlo per scopi illeciti e traffici poco chiari, nel 1999, successivamente all'entrata in vigore della L. 109/96 è stato il primo bene confiscato alla mafia ad essere affidato ad una associazione quale l'AGESCI. Al momento dell'affidamento il bene si trovava in pessime condizioni di abbandono per i lunghi decenni di incuria ed era quasi impossibile accedervi per la presenza di una folta boscaglia di rovi che ricoprivano l'intero fondo ivi compresa la Camera dello Scirocco sita al suo interno. Grazie all'attivazione immediata dei membri dell'associazione e con l'intervento della Sopraintendenza dei beni culturali è stato riportato alla luce e riconsegnato alla fruizione della intera collettività un bene monumentale di rara bellezza nonché di straordinario interesse storico geologico, costituito dal complesso ed elaborato sistema dei Qanat, l'antico acquedotto arabo della città.



Regione: Sicilia
Comune: Belpasso
Provincia: CT
Nome: "Arancia Rossa"
Indirizzo: Contrada Casabianca
Cap:
Città: Belpasso
Organizzato da: LIBERA
in collaborazione con:
 Coop. Sociale BEPPE MONTANA - LIBERA TERRA
 
fonta: LIBERA (2017)
Descrizione del campo:
Il campo si svolge sui beni confiscati gestiti dalla cooperativa Beppe Montana - Libera Terra.
La cooperativa si aggiunge ai progetti già attivi in provincia di Palermo e alle aziende su beni confiscati in Calabria e Puglia. I giovani soci lavoratori, selezionati per bando pubblico curato dalle rispettive prefetture in collaborazione con Libera, gestiscono 95 ettari sui Comuni di Belpasso, Ramacca e Lentini.
I campisti alloggeranno presso un grande casolare rurale sito Belpasso in c.da Casabianca e giornalmente, rispetto alle attività previste, si sposteranno sul campo affiancando i soci della cooperativa. Il campo avrà la durata di 7 giorni, l'arrivo e le partenze saranno sempre di sabato all'aeroporto di Catania
Attività previste:
L'attività di impegno prevalente, in affiancamento ai soci della cooperativa, durante il periodo estivo è la ripulitura degli spruzzini dell'impianto di irrigazione, la spollonatura degli ulivi, la cura dell'orto, attività di spietratura, ripulitura spazi in genere e rifacimento recinzioni.
Saranno previste due uscite ludiche (mercoledì e venerdì), una per l'intera giornata e la seconda solo la sera. I volontari vengono accompagnati in un luogo di mare e/o di montagna nonché alla conoscenza delle due città più vicine, Lentini, Catania e/o Siracusa.  
Storia del Bene:
Il campo si svolge sui beni confiscati gestiti dalla cooperativa Beppe Montana - Libera Terra, intitolata appunto al Commissario Beppe Montana, ucciso dalla mafia a Porticello il 28 luglio 1985 dopo aver costituito per la prima volta la sezione catturandi della squadra mobile di Palermo.
Un tempo terre e strutture appartenute alla famiglia dei Riela (nella provincia di Catania) e del clan Nardò (nella provincia di Siracusa) e ai loro fiancheggiatori, provenienti da confische esecutive della fine degli anni Novanta, ora riutilizzate socialmente.
Per un po' di storia leggere i seguenti link:
http://www.linkiesta.it/it/article/2012/05/11/riela-lazienda-sequestrata-alla-mafia-e-poi-fatta-fallire-dalla-mafia/7885/
http://catania.meridionews.it/articolo/9552/mafia-condannati-i-fratelli-riela-dipendenti-la-giustizia-trionfa-sempre/



Regione: Sicilia
Comune: Canicattì
Provincia: PA
Nome: Liberarci dalle spine
Indirizzo: via Crispi, 66
Cap:
Città: Canicattì
Organizzato da: ARCI
in collaborazione con:

fonte: ARCI (2016)
Descrizione del campo
Il campo Liberarci dalle spine si tiene a Corleone (Palermo). Dal 12 al 26 settembre si svolge 1a Canicattì.
Attività del campo
Si svolgono su un vasto terreno agricolo che la cooperativa ha avuto in affidamento, insieme a due grandi edifici confiscati alla mafia. Consistono in lavori agricoli nei terreni confiscati, studio, conoscenza e formazione sull’impegno nell’antimafia sociale, animazione nelle comunità locali, pratiche di stili di vita sani.
Inoltre è presente un laboratorio per il confezionamento di legumi.
L’alloggio dei partecipanti è a ‘Casa Caponnetto’, un edificio confiscato al clan Grizzafi, sede della cooperativa e dell’ostello. L’altro edificio, confiscato al boss Provenzano e sede del Laboratorio della legalità, è intitolato al giudice Borsellino e agli agenti della scorta.
Storia del bene confiscato
La Cooperativa ha avuto affidati, dal Consorzio Sviluppo e Legalità, 200ha di terreno, di cui:
 - 58 ha nel territorio di Corleone
 - 92 ha nel territorio di Monreale
 - 50 ha nel territorio di Polizzi Generosa.
Oltre al terreno è stato confiscato un edificio di 3 piani, di circa 150 mq per piano, sede della Cooperativa e dell’Ostello intitolato alla memoria del Giudice Antonino Caponnetto.
La Cooperativa ha avuto affidati, dal Comune di Corleone, anche un edificio di 3 piani, sede del Laboratorio della Legalità – il bene è intitolato al Giudice Paolo Borsellino e agli Agenti della scorta.

Al suo interno sono esposti 50 quadri del maestro Gaetano Porcasi che raccontano la storia del movimento antimafia e la criminalità della mafia dalla fine dell’800 all’arresto di Bernardo Provenzano.

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