Linda, studentessa di Argenta (Ferrara): «A conclusione del nostro viaggio, portiamo a casa un bagaglio pesantissimo. Un peso che ci fa piacere portare. Dentro la valigia mi porto i sorrisi e le amicizie. Mi porto gli strumenti della formazione e le cose che mi permetteranno di continuare il mio percorso con Libera. La fine del campo è l’inizio del viaggio».
Denise, studentessa di Bologna:
«Siamo tutti molto affezionati ai “nostri ruoli” nella società, ma qui non esistono, ci rinunciamo per un bene più grande. Passano gli asti, i vizi, “l’umana compagnia”, stavolta per combattere la natura spregevole delle mafie».
Marco , studente di San Giorgio di Piano (Bologna):
«Io sono stato un po’ combattuto però devo dire che l’esperienza è positiva. Senti che stai facendo veramente qualcosa di concreto per aiutare queste persone che combattono ogni giorno la mafia soprattutto dal punto di vista culturale. Oggi per esempio, abbiamo deciso di abbellire un muro con un murales fatto di un albero le cui foglie avranno tutte il nome di una vittima di mafia: una sorta di albero della legalità per ricordare la lotta di queste persone e simbolizzare che non è stata inutile perché le loro idee ora le portiamo avanti noi. Quando abbiamo saputo che i mafiosi hanno vandalizzato le mura delle case presenti in questo terreno per sfregio, abbiamo avuto ancora più entusiasmo ad abbellirli».
A.F
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