venerdì 31 luglio 2015

Ferrara. Insegnanti e studenti volontari a Cerignola: campo antimafia, un'esperienza che porteremo a scuola


Otto studenti e studentesse e tre insegnanti del Liceo scientifico “Don Minzoni” e dell’Istituto “Vergani – Navarra” di Argenta sono stati protagonisti, insieme a cinque volontari dello Spi-Cgil di Ferrara, di una settimana trascorsa nel “Campo della legalità” di Cerignola (Foggia) che, come molti altri in Italia, è gestito da Libera, l’associazione contro le mafie.

L’iniziativa ha rappresentato una tappa del “Progetto per l’educazione alla legalità”, promosso nel territorio ferrarese da Spi-Cgil, Flai-Cgil, Libera, Arci, Anpi, Rete degli studenti in stretta collaborazione con alcuni Istituti scolastici superiori, elaborato in diverse forme dai docenti referenti delle singole scuole, ha visto incontri con giornalisti, autorità civili e militari, magistrati e costituzionalisti; proiezioni cinematografiche e dibattiti; letture di approfondimento ed incontri con scrittori e scrittrici.
In questo contesto, l’Istituto comprensivo di Copparo ha lavorato sul tema della “Legalità nella Costituzione italiana e nelle Istituzioni pubbliche”. L'Istituto Vergani - Navarra” ha lavorato sull’ “Impegno nel contrasto al crimine, lo sviluppo di sistemi valoriali alternativi e democratici, l’uso sociale dei beni confiscati”, approfondendo il rapporto tra mafie e donne. L’ Istituto di istruzione superiore di Argenta ha operato con l’obiettivo di “condurre alla pratica della legalità, come valore civilmente condiviso”, approfondendo il tema delle strutture delle organizzazioni mafiose e, soprattutto, le infiltrazioni mafiose nel Nord Italia e nel nostro territorio.
La settimana di Cerignola
Dal 13 al 20 luglio scorsi, ragazzi e insegnanti hanno prestato attività volontaria in alcuni terreni coltivati di Cerignola sequestrati alla mafia e gestiti dal 2010 dalle cooperative sociali “Pietra di scarto” e “Altereco”. Le mattine sono state dedicate a piccoli lavori agricoli (come il diserbo manuale) e di manutenzione agli edifici rurali; nei pomeriggi, invece, si sono svolti incontri di conoscenza della realtà locale e delle problematiche dell’illegalità nella zona.
Agli incontri hanno partecipato tra gli altri Franco Metta, sindaco di Cerignola eletto nel giugno di quest’anno; Daniela Marcone, figlia di Francesco Marcone, direttore dell’Agenzia delle Entrate di Foggia, assassinato dalla mafia il 31 marzo 1995 per aver denunciato alla Procura della Repubblica diverse pratiche miliardarie illecite della criminalità organizzata locale; Stefano Fumarulo, dell’Associazione Libera, consulente della Commissione parlamentare Antimafia; il camerunense Yvan Sagnet, protagonista della lotta contro il caporalato e lo sfruttamento dei raccoglitori africani di pomodoro in Puglia e nel Sud.
Dagli incontri e da visite ai beni confiscati – molti oggi trasformati in centri per aiutare le fasce più deboli della popolazione - è emersa una realtà molto complessa e difficile da contrastare, ma si è palesato anche uno straordinario potenziale di lotta alle mafie che va messo sempre più in rete, per aiutare in Emilia-Romagna tutti coloro che sono impegnati o intendono impegnarsi nel contrasto alle attività malavitose. Non va dimenticato che nella nostra regione sono oltre 140 i beni confiscati alla mafia e che negli ultimi tempi la questione della criminalità organizzata è venuta prepotentemente alla luce con l’inchiesta “Aemilia” sulla ‘ndrangheta.
Si tratta ora di proseguire ed allargare l’opera di informazione e di approfondimento, coinvolgendo nuovi soggetti e nuove realtà scolastiche nel “Progetto per l’educazione alla legalità”, per affermare e consolidare una nuova cultura soprattutto tra i giovani. Perché “se la gioventù le negherà il consenso, anche l'onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo” (Paolo Borsellino).












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