venerdì 21 agosto 2015

Diario dal campo della legalità a Parete


Erano anni che pensavo ad una esperienza in un campo della legalità. L’occasione mi è stata data dallo SPI di Padova per quest’anno a S. Maria La Fossa di Parete in provincia di Caserta. Mi sono avvicinata partecipando alla riunione preparatoria a Campolongo Maggiore, nella villa sequestrata al boss Felice Maniero.
Ho letto “Con la forza del sole” il diario dei precedenti campi scritti dai gruppi SPI e dai ragazzi del gruppo degli Studenti Medi.

Nel campo ci sono appunto l’intreccio generazionale tra giovani e meno giovani con compiti diversi. I giovani con un lavoro pratico e logistico, noi dello Spi con il compito di preparare i pasti. C’è nel pomeriggio la parte importante culturale, di conoscenza e incontro di testimoni sul tema della legalità e mafia.

Nel gruppo SPI di Padova fanno parte: Anna e Gianni che sono una coppia e Renata ed io che siamo amiche ed colleghe da una vita. C’è la sensibilità verso questi temi e l’entusiasmo di fare questa nuova esperienza. Rosanna Bettella, la nostra segretaria provinciale, e il segretario regionale Danilo Toccane, ci hanno dato altre indicazioni sulla gestione del campo e soprattutto comunicando il vero messaggio per cui è nata questa esperienza e che è l’intreccio intergenerazionale con la comunicazione reciproca della memoria e delle conoscenze. La cosa mi entusiasma.

di Carla Babolin

Venerdì 24.07.2015

Diario collettivo del gruppo Spi di Padova .

Aversa: incontro e conoscenza con Nello e Nasser, davanti a un buon caffè ci hanno dato la lettura della situazione sociale e politica del territorio. Ci avevano preceduto due ragazze di Pisa, con le quale è stata immediata la sintonia. Dopo la conoscenza dei luoghi e sistemazione tecnica, ci siamo ritrovati davanti ad una pizza a completare la nostra conoscenza . Da domani iniziamo il lavoro.

Sabato 25.07.2015

Si aggiungono al nostro gruppo Abdul e Musa , due ragazzi appena maggiorenni che sono seguiti dal progetto SPRAR. C’è anche Mohamed , già da alcuni anni in Italia e affianca Nello. Nel pomeriggio ci raggiungeranno Eraldo, Mirella, Paola e Antonella dello Spi di Cesena.

Nello ci presenta il programma di massima del campo: A differenza dei campi precedenti quest’anno non abbiamo la disponibilità della mensa della scuola, perché c’è un finanziamento per la sua ristrutturazione e i lavori sono in procinto di iniziare. Abbiamo a disposizione un locale della Caritas chiuso da tempo, il quale necessita di pulizia e sistemazione.

Ecco il Programma

Domenica mattino, lavoro, al pomeriggio incontro con Angelo Ferillo dell’Arci di Caserta che ci presenta il progetto SPRAR:

Lunedì mattino, lavoro, al pomeriggio incontro con Angelo Tenneriello dello Spi di Caserta che ha lavorato per fare emergere il lavoro nero nei calzaturieri, pagando con minacce mafiose alla sua persona.

Martedì mattino lavoro, al pomeriggio incontro con Assessore al Comune di Parete e con il Presidente dell’Associazione Antiracket di Parete. Storia e nascita della lotta contro la mafia. Sera apertura della mensa sociale.

Mercoledì mattino lavoro, pomeriggio incontro con il Sindaco di S. Maria La Fossa e visita ad un bene confiscato alla mafia. Sera mensa sociale.

Giovedì mattino lavoro, pomeriggio a Casal di Principe. Visita ad Agrorinasce e ad altri beni confiscati alla mafia e ora rinati al bene comune. Sera mensa sociale.

Venerdì mattino visita e lavoro nel terreno confiscato alla mafia, pomeriggio incontro con Libera Regionale, con Segretaria CGIL Caserta e con Arci Regionale. Sera, mensa sociale.

Sabato mattino lavoro, al pomeriggio incontro nella Moschea di S. Marcellino con Nasser che è l’Imam . Sera , mensa sociale.

Domenica visita a S. Leucio e al suo museo della attività serica e visita alla Reggia di Caserta. Sera, mensa sociale.

Lunedì mattino, partenza per gli amici di Cesena. Noi di Padova partiremo nel pomeriggio, perciò dovremmo riuscire ad incrociare le compagne di Rovigo che vengono a sostituirci ed a preparare del pomodoro per la pasta serale.

Domenica 26.07.2015

Mattino lavoro nel centro Caritas.

A tutto il nostro programma si aggiungono tre incontri di gruppo, uno all’inizio, un secondo a metà percorso ed un terzo alla fine del campo. Questi incontri di gruppo sono tenuti da Natalìa, sociologa, ed hanno il fine di amalgamare le conoscenze all’interno del gruppo esplicitando motivazioni ed aspettative che hanno spinto ognuno di noi a partecipare e affrontare eventuali diversità di opinioni.

Pomeriggio Arci Caserta progetto PRAR ( Protezione Richiedenti Asilo e Rifugiati) con Angelo Ferillo. Con diapositive ci ha illustrato il loro progetto di intervento con gli immigrati chiamato appunto progetto SPRAR. Sono i Comuni che presentano il loro progetto in risposta al bando che viene emesso dal Ministero dell’Interno. Quei progetti che vengono accettati, ottengono dei finanziamenti alla gestione ed inserimento a piccoli gruppi di immigrati, nel territorio. Permette perciò una politica di integrazione rapportata al territorio ed è la via più illuminata per affrontare questa situazione. Sono meno di 400 i Comuni italiani che hanno utilizzato questa politica programmata di integrazione.

Lunedì 27.07.2015

Mattino lavoro e pulizia nel centro Caritas.

Con i compagni di Cesena abbiamo pensato di alternarci per la preparazione dei cibi. Questo per ottimizzare le risorse umane.

Oggi abbiamo Mimmo che sostituisce Nello. Mimmo è laureato in conservazione dei beni ambientali ed è impegnato nello SPRAR come Arci. Stiamo conoscendo diversi giovani del territorio, preparati ed impegnati attivamente e questa è per noi una bella costatazione.

E’ Stato molto bello vedere oggi le due ragazze di Pisa che si chiamano entrambe Elena, mentre lavavano i piatti insegnavano a Musa frasi in italiano, ricavate dai momenti di vita immediati.

Pomeriggio incontro con il Segretario dello Spi Angelo Tenneriello. Ci ha presentato un filmato di una inchiesta in cui è stato protagonista e successivamente vittima per le minacce ed intimidazioni subite. L’inchiesta era sulla realtà del lavoro nero nel settore calzaturiero. Il tentativo fatto con soldi pubblici di fare emergere questa situazione. Lo scontro con una presenza imprenditoriale di infimo livello e la mafia che ha il controllo del territorio e con l’aiuto di uno studio di commercialista da cui sono partite le minacce al sindacalista. Angelo è una persona animata da forti valori e tutto questo ha prodotto una emersione seppure parziale, del lavoro calzaturiero e con essa la dignità di questi lavoratori che anche oggi regge nonostante la crisi.

Martedì 28.07.2015

Ad alcuni giorni dall’inizio del nostro campo emergono le nostre caratteristi principali:

Gianni persona esuberante ed indispensabile. Ha risolto il problema dell’acqua che qui è cruciale. Se possiamo farci tutti i giorni la doccia lo dobbiamo al suo impegno. Abbiamo imparato anche la riutilizzazione dell’acqua.

Anna è la nostra cuoca. Io ho imparato un modo nuovo di fare il pollo, buonissimo. Si destreggia nella preparazione e ha l’esperienza delle quantità in rapporto alle persone. E’ lei che ha proposto il riutilizzo dell’acqua del risciacquo piatti da mettere in un secchio per l’uso nel water.

Renata , aiuto e disponibilità continua ed ha una risata contagiosa che scioglie le incertezze.

Io, sono o lingua lunga o marescialla come mi hanno scherzosamente detto Gianni ed Eraldo. Non mi sento tale. Mi godo questa esperienza importante.

Oggi si è aggiunto al nostro gruppo Francesco, sta facendo il servizio civile nell’Associazione Nero e non solo.

Continuiamo la pulizia del centro Caritas, è un grosso lavoro perché da tempo inutilizzato.

Oggi ho avuto la possibilità di conoscere meglio Mohamed. Mohamed è un tipo taciturno con un ampio sorriso, alto di statura ed io lo chiamo il gigante buono. E’ di origine egiziana e ha 28 anni. Oggi in maniera spontanea ha parlato della sua esperienza di vita. E’ partito una prima volta dal suo paese a 16 anni ed è stato a lavorare in Libia per due anni. Gli viene proposto l’imbarco con una grande nave con 1000 dollari. Si ritrova su una barca con 18 persone costretto a partire. Arriva a Malta, rimane per due mesi e viene rimpatriato. Ritorna in Libia a lavorare e ci rimane fino alla guerra. Con la guerra non si sceglie dove andare, accetti una uscita qualunque sia e così arriva in Italia. Dalla Sicilia, passa a Roma e a Milano e poi non ho ben capito come è arrivato a Caserta. Lavora nella raccolta di pomodoro e altri frutti come le fragole. Credo faccia una funzione di mediatore culturale con gli immigrati del posto. Gode della fiducia e stima di Nello.

Pomeriggio : incontro con Dangiolella (? Spero di avere scritto giusto il cognome) Marilena Assessore al Comune di Parete e il marito, il medico Falco Pietro presidente dell’Associazione Antiracket di Parete.

E’ stato un incontro importante, perché dal racconto della nascita dell’Associazione Antiracket partita dalla morte dello zio di Pietro Falco, pure lui medico, ucciso nel suo ambulatorio, si è capito il clima e la difficoltà di invertire un processo culturale. L’alternativa era andarsene anche perché lo Stato presente attraverso le forze di polizia e l’apparato della giustizia, erano collusi . Il cambiamento lo si è avuto con l’azione promossa da Tano Grasso. Ci sono stati incontri e da questi è nata una risposta dello Stato con la creazione di un gruppo di indagine chiuso, scollegato dalle strutture esistenti nel territorio. Questo ha permesso fiducia e la possibilità di avere un punto di riferimento sicuro e certo e soprattutto la creazione di un metodo di indagine in cui le vittime apparivano come testimoni di rilevamenti ambientali già registrati. Questo metodo ha sollevato “i testimoni” dai ricatti mafiosi. Il lavoro continua tuttora. Ma il clima è cambiato.

C’è il tentativo da parte di alcune realtà imprenditoriali di ripulirsi denunciando chi è già condannato o fatti che già sono a conoscenza delle forze dell’ordine, al fine di darsi una nuova immagine e fare richiesta di iscrizione all’Associazione Antiracket. Le domande all’Associazione Antiracket, passano il vaglio dello schedario della Magistratura e della Polizia.

L’Assessore D. Marilena ha fatto la storia della mafia nella zona.

Parete fino agli anni 80 non era un territorio di mafia. Era al confine tra due territori mafiosi. Il principale era Casal di Principe. La mafia nasce dalla mancata presenza dello Stato con le sue regole civili di convivenza. L’esplosione della presenza mafiosa e la conquista del territorio di Parete avviene con il terremoto del 1980 per la gestione delle risorse della ricostruzione. A Parete c’era Bidognetti. Noi abitiamo nella casa a schiera che era di una delle sue amanti. E’ stata data al Comune di Parete dopo una chiusura durata parecchi anni. A differenza di altri beni questa casa non ha subito vandalismi perciò è utilizzabile ed è data in gestione alle Associazioni Nero e non solo, Arci, e anche ad una Associazione religiosa Evangelica.

Sarebbe necessario restringere i tempi tra il sequestro del bene e il suo riutilizzo da parte di Associazioni con un progetto che finalizzi al bene comune il terreno o l’immobile sequestrato. Oggi passano troppi anni e i vecchi proprietari conoscono i termini della perdita del bene perciò viene vandalizzato e il più possibile lo consegnano inutilizzabile. Per questo c’è stata una raccolta di firme a sostegno di una proposta di legge che superi questo problema.

Sera; per l’apertura della mensa, Nello invia i giovani ad avvicinare nella Villa Comunale , nei bar, quanti possono essere interessati al servizio ed a spargere il messaggio. Nasser , prepara il Cuscus per tutti. Ci insegna pure come viene fatto. Ci ritroviamo con i primi 10 fruitori della mensa. Sono principalmente immigrati che lavorano nei campi.

Mercoledì 29.07.2015

Al mattina lavoro. Al pomeriggio incontro con il Sindaco di S. Maria la Fossa e visita ad un bene confiscato.

Incontro nella sala del Consiglio Comunale con il Sindaco Antonio Lo Papa e Biagio Napolano rappresentante Arci. Il Consiglio Comunale di S. Maria La Fossa negli anni “80 e “90 è stato sciolto per mafia. E’ uno dei paesi con maggiore presenza di beni confiscati. La realtà agricola è l’allevamento di bufale. Esistono più bufale che abitanti. Il Sindaco Antonio Lo Papa ci tiene a dire che è al secondo mandato e che ha un rapporto personale con i suoi concittadini. Sono in corso progetti e alcuni di questi sono completati e usati ora per il bene comune. Sono campo di calcetto, una isola ecologica, una fattoria didattica . La raccolta differenziata ha raggiunto circa il 70%. Nel Comune di S.Maria La Fossa c’è il secondo più grande bene confiscato alla mafia ed è la Balzana . Sono 200 ettari, con villaggio per i lavoratori e in origine aveva anche la chiesa e la scuola. Siamo andati a visitarlo. E’ in grande parte vandalizzato. Recentemente tra maggio e giugno si sono tenute delle rappresentazioni teatrali ideate da Agrorinasce che visiteremo domani. La Balzana è per due terzi confiscata e per un terzo confiscata in quota ideale. A volte le proprietà sono frammentate e riconducibili a più persone. Alcune di queste persone possono non essere implicate manifestamente con la mafia. Tutto questo complica le procedure di acquisizione del bene, i cavilli degli avvocati dei mafiosi fanno il resto.

Sera, mensa sociale, si avvicinano pure un padre con una bimba.

Giovedì 30.07.2015

Al mattino viene anticipata la nostra visita ad Agrorinasce a Casal di Principe. Andrea Cioce, ci accoglie nella sede e ci illustra le finalità di Agrorinasce.

Ne fanno parte i Comuni di Casal di Principe, Casapesenna, S. Cipriano d’Aversa e S. Maria la Fossa con l’Università Federico II di Napoli. ( vedere sito agrorinasce.org) L’obbiettivo è la riqualificazione dei beni confiscati. Ce ne sono già operativi come il centro sportivo, asilo nido, teatro, casa delle associazioni, gruppo appartamenti per persone con disagio mentale, una attività operativa di ristorazione con persone autistiche, una casa per le donne vittime di violenza e altro ancora.

Andrea ammette con amarezza che questa struttura è ancora vista dalla maggioranza della popolazione, con diffidenza. Non sono ancora riusciti a fare comprendere che è un progetto di utilizzo dei beni confiscati per il bene comune, senza secondi fini. La strada è ancora aperta.

Siamo stupiti da tutta questa realtà messa in opera e vediamo la convinzione di Andrea e dei suoi tre colleghi nell’attuare queste iniziative con un impegno che viene da dentro e che ci trasmette con l’entusiasmo coinvolgente. Visitiamo anche il teatro e vediamo la locandina con tutte le rappresentazioni teatrali fatte nei mesi precedenti. Andrea ci tiene a dire quanto importante è stato coinvolgere i gruppi territoriali teatrali che qui rappresentano una espressione della vita del territorio e questo spazio non viene dato alla politica partitica. Ci fermiamo a conoscere la pizzeria gestita da una cooperativa che coinvolge persone con problemi autistici. E’ uno spazio rinnovato e ben tenuto, con cucina e una ampia sala da pranzo. Al piano di sopra ci sono spazi per laboratori e uffici. Qui incontriamo Beppe anima vulcanica del progetto che ci fa restare incollati alle sedie portandoci con l’anima nel territorio circostante. Tutto questo conferma la potenzialità di avere persone preparate e seriamente convinte della possibilità di rinascita del territorio. Questi progetti vengono finanziati dal fondo ove confluiscono i soldi confiscati alle mafie. Questo fondo è diviso per il 48% ministero dell’interno, un altro 48% al ministero della Giustizia e un 4% se non ricordo male da parte del Consiglio dei Ministri o Governo.

Per gli incontri con le scuole viene utilizzato un Film , prodotto dall’Associazione Nazionale Magistrati di Palermo , dal titolo “Io ricordo”. Ci sono due versioni , una per i ragazzi di quarta e quinta elementare e medie; la seconda versione per i ragazzi delle superiori.

Chiediamo ad Andrea quali prospettive vede per il futuro, risponde convinto e in maniera immediata che spera di vedere tutti questi progetti chiudersi, perché significa che abbiamo la presenza radicata dello Stato.

Sera : mensa sociale con la presenza dei lavoratori dei campi.

Venerdì 31.07.2015

Mattino lavoro e salutiamo le due Elena ed Elena di Pisa che dopo una settimana ci lasciano. Sono baci e abbracci in particolare con Abdul e Musa .

Pomeriggio incontro con Libera Regionale, con la segretaria CGIL di Caserta e con Biagio Napolano responsabile Arci. Tutti ci illustrano il progetto comune della gestione dei beni confiscati e l’impegno politico/sociale per debellare le radici mafiose. Ci sono confronti aperti su come riutilizzare beni come la Balzana ex Cirio, che è il secondo più grande bene confiscato in Italia. Per la sua ampiezza 200 ettari e per i beni immobili,i comporta impegni di capitali. Bisogna fare molta attenzione sostiene il rappresentante di Libera e non aprire a capitali privati.

Sera mensa sociale con una presenza costante di una decina di esterni. Nello ci dice che anche le altre esperienze hanno avuto un avvio lento, ma successivamente la partecipazione si amplia.

Alla sera nel rientro, abbiamo vissuto un episodio di violenza nei confronti di Abdul e Musa, i nostri ragazzi del progetto Sprar. Per la sorpresa di come è avvenuto l’episodio, per l’uso di un bastone, per le grida e per la carica di violenza di alcune persone nonchè per il loro numero, tutto questo ci ha molto colpiti. Era qualcosa che non ci aspettavamo e non pensavamo potesse succedere.

Si stava rientrando facendo una piccola deviazione rispetto al solito percorso. I due ragazzi si sono attardati di pochi passi rispetto dal gruppo, hanno preso qualche chicco di uva acerba che costeggiava il percorso un altro filmava una compagna del gruppo nostro che ballava con le bambine del luogo.

Abbiamo visto arrivare di corsa senza ciabatte Musa ferito al volto in varie parti, con un gruppo di persone vocianti dietro, di cui uno con il bastone. Con l’aiuto di Francesco sono riusciti a entrare in casa, ma anche lui è stato malmenato. La situazione era confusa e concitata, ci sono anche minacce e rifiuto della nostra presenza e al nostro lavoro, come campo della legalità. E’ stato avvisato Nello che in poco tempo è arrivato sul posto. Anche Gianni è stato spinto e ha ricevuto colpi. Tutti eravamo allibiti e sorpresi. C’era da parte di alcune persone una accesa esasperazione che non permetteva di capire. Richiedevano inoltre 60 euro per pagare un paio di occhiali a loro dire danneggiati.

Dopo un po’ è arrivato Orazio che è il custode della casa dove abitiamo e ci ha detto che le persone più esasperate sono persone conosciute e hanno creato problemi in passato e ci lascia il suo telefono nel caso avessimo bisogno durante la notte. Nello ha contattato il Sindaco e queste persone in particolare una famiglia , era già nota per essere stata protagonista di altre situazioni difficili.

Musa viene medicato. Nello con fermezza vuole la verità dai ragazzi: Abdul racconta,che ha chiesto scusa per i chicchi d’uva a chi lo aveva fermato , ma Musa sentendosi aggredito ingiustamente ha reagito agli schiaffi ricevuti, con un pugno. Poi è stato colpito al volto con un bastone. Emerge con maggiore chiarezza che c’era la voglia da parte di poche persone di creare con un pretesto, uno scontro. Sfogare la propria rabbia e il proprio rifiuto verso persone di colore e verso il campo della legalità. Questo è il razzismo toccato con mano e un comportamento mafioso.

C’è l’impegno del Sindaco di incontrare queste persone il lunedì mattina.

Andiamo a letto dopo che la situazione si è calmata, ma siamo stupiti.

Sabato 1.08.2015

Al mattino con la presenza di Nello vengono i carabinieri per accertarsi dell’accaduto. Viene confermato l’impegno del Sindaco.

Arriva anche Orazio il custode della casa. Chi dice che ha visto la persona di cui si richiedevano i 60 euro per danneggiamento degli occhiali, portava normalmente gli occhiali e non c’erano danni.

Con un po di ritardo sul nostro programma, andiamo a visitare i terreni confiscati e gestiti dall’Associazione Nero e non solo di cui è referente Nello Zerillo.

Siamo sul campo e sotto un grande gelso, Nello, prima di tutto giustamente, vuole parlare di ieri sera. La lettura del fatto che lui ci espone, secondo la sua esperienza, è divisa in due parti. La prima parte riguarda l’aggressione ai due ragazzi e il coinvolgimento del gruppo di persone al bar all’aperto , la seconda parte più grave riguarda l’inserimento successivo perciò pretestuoso, di poche unità che abitano nella nostra via e che sono persone già note per altri episodi. La prima parte del fatto è già definita, la seconda necessita un intervento già concordato con il Sindaco.Ci dice con francezza che ognuno di noi deve sentirsi libero di esprimere quello che ha provato e che cosa sente di fare dopo avere vissuto la violenza di ieri sera, compreso lasciare il Campo o anche chiudere questa esperienza. Con altrettanta chiarezza ci dice che questo può essere letto come l’individuazione di una possibilità, per chi rifiuta la nostra presenza e quella dei ragazzi di colore, di ricreare le stesse condizioni per chi verrà a fare i campi, dopo di noi.

Confermiamo convinti la nostra presenza . Solo una persona di noi ha qualche incertezza, ma rimane. Ci diamo la regola che Abdul e Musa non escano mai soli, così anche noi dobbiamo uscire a gruppi.

Con Nello vediamo il terreno in cui prima c’era una azienda bufalina. Quando lo hanno ricevuto, tutta la struttura era stata vandalizzata. Ora il loro progetto che è già in opera, è quello di coltivare la terra insieme ad un’altra cooperativa che ha in gestione altro terreno. Questo per ottimizzare l’uso delle macchine agricole. Poi sull’argine della zona golenale del Volturno che divide a metà il terreno, si prevede di fare una pista ciclabile che collega parti importanti del territorio. A tale fine sulla base ex azienda bufalina, il progetto individua la sistemazione di una area ad uso pic-nic.

Pomeriggio : incontro alla Moschea di S.Marcellino con Nasser nel suo ruolo di Imam.

Nasser ci racconta la sua venuta in Italia dalla Tunisia, per motivi politici. All’inizio c’erano due comunità che crescevano in parallelo. La comunità del posto e quella degli immigrati mussulmani. Non si incontravano perché non parlavano la stessa lingua. Non si conoscevano perché avevano usi e feste diverse. Finchè di fronte ad alcuni episodi di intolleranza si è proposto di fare una festa nella piazza del paese, portando e condividendo ogni comunità i propri piatti e musiche. E’ stato un successo e questo ha prodotto l’inizio della reciproca conoscenza. Perché, sottolinea, solo la conoscenza scioglie la paura.

Hanno una Moschea in affitto in una ex officina, ma adeguatamente sistemata soddisfa i loro bisogni. Avevano proposto al titolare di acquistare l’immobile, ma non sono ancora maturi i tempi. Il titolare ha fatto capire che subisce ancora dei condizionamenti. C’è ancora strada da fare.

Sera. Cena sociale.

Domenica 2.08.2015

Libera uscita a S. Leucio con visita al Museo della lavorazione della seta e conoscenza della storia del borgo. Visita alla Reggia di Caserta.

A mezzogiorno gustiamo una buona pizza napoletana.

Pomeriggio incontro nella sede di Nero e non solo . In una piccola chiesa dedicata a S.Elena e donata in comodato d’uso da Monsignor Nogaro ( sacerdote di vedute illuminate), alla associazione. Questa chiesetta è antecedente alla costruzione della Reggia e si trova in centro. E’ un locale angusto, ma utile. Si trova nel centro di Caserta ed essendo gratuito è servito a tutte quelle attività sociali un po’ scomode come seguire gli immigrati che altrimenti avrebbero avuto vita difficile. Infatti ha subito un incendio doloso di cui si vedono in un pannello gli articoli di giornale e le tracce nella parte alta dell’edificio. L’Associazione Nero e non solo, è nata dalla Federazione Giovanile Comunista del Partito Comunista Italiano poi diventando Associazione a sè. Per questo Monsignor Nogaro ha ricevuto parecchie pressioni e critiche per avere dato in comodato d’uso questa chiesetta. Lui conosceva sia le persone sia il lavoro che veniva fatto verso i migranti che in quella realtà erano già da tempo molto numerosi in agricoltura. Il lavoro della Associazione dura tuttora, vuole dire che il bisogno è ampio e la risposta non copre la domanda. In questa sede fanno anche corsi di Italiano e per superare il problema di un minimo di riscaldamento in inverno, soprattutto quando vengono donne e bambini, viene montato un gazebo nella parte centrale e quello viene riscaldato con stufette portatili.

Nella parte del sottotetto, sono stati ricavati degli spazi per uso “ufficio”, per mettere le pratiche , gli schedari e una fotocopiatrice. Mi viene da pensare mentre li guardo, che ci vuole proprio una scelta profonda per continuare ad operare in queste condizioni.

C’è anche con noi Natalìa, per l’ultima valutazione di gruppo. Ognuno dà la sua valutazione e si vivono anche momenti di emozione.

Sera , mensa sociale e informazione che ci sarà un altro gruppo a sostituirci.

Lunedì 3.08.2015

Al mattino salutiamo i compagni di Cesena, ci scambiamo abbracci e un arrivederci.

Prepariamo anche noi i nostri bagagli, prepariamo il pranzo per noi e per le compagne di Rovigo. Facciamo in tempo ad incrociarci e a salutarci.

Il rientro ci permette una confidenza nei nostri rapporti dovuta ad una esperienza intensa, passata insieme.

Arrivederci a tutti.

Conclusioni personali:

Sono tante le sensazioni vissute , alcune scritte altre sono rimaste dentro di ognuno di noi. Quella principale, per me, è stata l’immersione in un territorio in una realtà particolare e mi porto a casa una grande speranza dovuta agli incontri con persone ed istituzioni che lavorano e si sono messe in gioco per creare un futuro migliore. Di questo futuro, anch’io ne faccio parte nella realtà e nelle scelte di tutti i giorni. Inoltre, mi ha arricchito, l’intreccio delle relazioni con i ragazzi e ragazze più giovani. Loro mi hanno ampliato la visione delle situazioni. Grazie a tutti.

P.S. Mi sono dimenticata dell’incontro con il compagno che segue la FLAI, è rimasto con noi a cena alcune sere. E’ un compagno giovane che ci ha parlato della lotta contro i voucher in agricoltura, perché taglia fuori la presenza e il ruolo del Sindacato in questa che è una realtà complessa con tante persone migranti, con difficoltà varie e soprattutto perché il voucher non copre quel diritto alla disoccupazione che in agricoltura scatta per chi ha un certo numero di giornate lavorative.

Un’altra cosa che merita attenzione, ce l’ha detta l’Assessore Marilena di Parete. Nella campagna per i rifiuti porta a porta, oltre a costatare che l’ offerta è superiore a quella che io ho a Piazzola, il Comune ha dato l’incarico a una Donna che in divisa controlla i sacchi che vengono messi all’esterno. Quando questi non sono conformi, la prima volta è un avviso, la seconda è una multa pecuniaria. Ci ha assicurato e lo abbiamo constatato di persona, che questo funziona.


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