“Lo
Stato ci ha messo del suo in questi territori, quando senza nessuna valutazione
di impatto ambientale, decise di realizzare la discarica di Ferrandelle,
riversando qui 600 mila tonnellate di rifiuti che dovevano andare via nel giro
di 18 mesi, e invece a 9 anni di distanza sono ancora lì”.
Il
sindaco anti-camorra di Santa Maria La Fossa, Antonio Papa ripercorre con i ragazzi venuti a Caserta per il campo
della legalità di Casapesenna-Santa Maria La Fossa, alcune delle tappe salienti
della storia del comune.
E’
il sindaco a dare in anteprima i risultati dei test effettuati su un terreno in
cui di recente è stata scoperta una discarica abusiva interrata, che a causa
della combustione sotterranea dei rifiuti, fumava attraverso alcuni sfoghi del
terreno.
“Per
fortuna – spiega – non abbiamo trovato tracce dei solventi che si usano nelle
calzature, pericolosissimi per la salute umana, ma solo uno scarico di
calzature. Quella discarica è lì
da 15 anni, e occupa 400 metri quadri di terreno. Il calcolo è semplice: per
crearla sono stati sbancati 800 mila metri cubi di materiali, possibile che
nessuno abbia visto niente?”.
Signor sindaco, quali
sono le caratteristiche di questa area?
Santa
Maria La Fossa è stata sempre appetibile per l’enorme estensione dell’area
rurale, intorno al piccolo centro abitato. I casalesi trovavano un terreno
ideale per i loro traffici e per gli sversamenti. La camorra di qui era
composta all’inizio di bufalari, che con l’avvento dei casalesi, sono diventati
a loro volta imprenditori. Il clan Schiavone aveva nella masseria Abbate una
sua sede logistica.
Che situazione trovò
in comune quando divenne sindaco?
Una
situazione pesante e cercai di dare subito un segnale. Conoscevo la facilità
con cui i clan arrivavano a controllare gli appalti, grazie al ruolo di
funzionari infedeli, e decisi fin dall’inizio di aderire alla stazione
appaltante unica della Prefettura. Fui minacciato per questo dal dirigente
tecnico. Lo denunciai, segnando una discontinuità rispetto alle connivenze del
passato.
Si sente appoggiato
dalla popolazione?
Si,
senza consenso non sarei stato eletto due volte a sindaco
In questi anni ha
sentito lo Stato sempre dalla sua parte?
Il
caso di Ferrandelle è emblematico: dopo aver combattuto contro la camorra,
abbiamo dovuto affrontare anche lo Stato. Chiediamo il rispetto degli impegni,
ma anche interventi dal punto di vista legislativo.
In che senso?
Di
recente si è concluso l’iter di confisca dell’are ex Cirio. Ebbene, se avessi
potuto scegliere avrei preferito dividere in lotti e alienare una parte dei 200
ettari di terreni annessi, e con quelle risorse agire su una parte dei 136 beni
confiscati in questo comune che avrebbero bisogno di interventi, ma questo la
legge non lo consente.
Segnali positivi?
L’adesione
di 25 allevatori alla centrale a
biogas che si alimenterà con gli scarti della lavorazione e il letame delle
bufale. Con 7-8 mila capi sul territorio, abbiamo registrato un eccesso di
nitrati, e questo è il primo passo per abbatterne la presenza.
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