giovedì 7 settembre 2017

Intervista al sindaco di Santa Maria La Fossa, Antonio Papa

“Lo Stato ci ha messo del suo in questi territori, quando senza nessuna valutazione di impatto ambientale, decise di realizzare la discarica di Ferrandelle, riversando qui 600 mila tonnellate di rifiuti che dovevano andare via nel giro di 18 mesi, e invece a 9 anni di distanza sono ancora lì”.

Il sindaco anti-camorra di Santa Maria La Fossa, Antonio Papa ripercorre con i ragazzi venuti a Caserta per il campo della legalità di Casapesenna-Santa Maria La Fossa, alcune delle tappe salienti della storia del comune.
E’ il sindaco a dare in anteprima i risultati dei test effettuati su un terreno in cui di recente è stata scoperta una discarica abusiva interrata, che a causa della combustione sotterranea dei rifiuti, fumava attraverso alcuni sfoghi del terreno.
“Per fortuna – spiega – non abbiamo trovato tracce dei solventi che si usano nelle calzature, pericolosissimi per la salute umana, ma solo uno scarico di calzature.  Quella discarica è lì da 15 anni, e occupa 400 metri quadri di terreno. Il calcolo è semplice: per crearla sono stati sbancati 800 mila metri cubi di materiali, possibile che nessuno abbia visto niente?”.
Signor sindaco, quali sono le caratteristiche di questa area?
Santa Maria La Fossa è stata sempre appetibile per l’enorme estensione dell’area rurale, intorno al piccolo centro abitato. I casalesi trovavano un terreno ideale per i loro traffici e per gli sversamenti. La camorra di qui era composta all’inizio di bufalari, che con l’avvento dei casalesi, sono diventati a loro volta imprenditori. Il clan Schiavone aveva nella masseria Abbate una sua sede logistica.
Che situazione trovò in comune quando divenne sindaco?
Una situazione pesante e cercai di dare subito un segnale. Conoscevo la facilità con cui i clan arrivavano a controllare gli appalti, grazie al ruolo di funzionari infedeli, e decisi fin dall’inizio di aderire alla stazione appaltante unica della Prefettura. Fui minacciato per questo dal dirigente tecnico. Lo denunciai, segnando una discontinuità rispetto alle connivenze del passato.  
Si sente appoggiato dalla popolazione?
Si, senza consenso non sarei stato eletto due volte a sindaco
In questi anni ha sentito lo Stato sempre dalla sua parte? 
Il caso di Ferrandelle è emblematico: dopo aver combattuto contro la camorra, abbiamo dovuto affrontare anche lo Stato. Chiediamo il rispetto degli impegni, ma anche interventi dal punto di vista legislativo.
In che senso? 
Di recente si è concluso l’iter di confisca dell’are ex Cirio. Ebbene, se avessi potuto scegliere avrei preferito dividere in lotti e alienare una parte dei 200 ettari di terreni annessi, e con quelle risorse agire su una parte dei 136 beni confiscati in questo comune che avrebbero bisogno di interventi, ma questo la legge non lo consente.
Segnali positivi?   
L’adesione di 25 allevatori  alla centrale a biogas che si alimenterà con gli scarti della lavorazione e il letame delle bufale. Con 7-8 mila capi sul territorio, abbiamo registrato un eccesso di nitrati, e questo è il primo passo per abbatterne la presenza.




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