Negli anni precedenti, il Sindaco del Comune di Pietralunga, paese con poco più di duemila abitanti, concedeva all’Associazione Libera l’utilizzo di un ex convento risalente all’epoca medioevale, così come lo è tutto il resto di questa splendida cittadina situata nella alta Valtiberina a ridosso dell’Appennino umbro-marchigiano.
di Assunta De Caro, Segretaria SPI Cgil Torino
I beni confiscati consistenti in un’intera vallata con tre casolari a Col de la Pila (luogo di transito di latitanti in fuga) sono appartenuti ai De Stefano, famiglia legata a doppio filo alla mafia calabrese. Le duemila anime di Pietralunga, compreso il sindaco, ancora adesso stentano ad accettare questa realtà!
Quest’anno il Campo è iniziato il 14 luglio e, già dalle precedenti edizioni, nei campi vengono coltivate patate di alta qualità.
Purtroppo, per l’inagibilità della precedente struttura, il sindaco non trovando nessun’altra soluzione muraria per alloggiare i volontari che partecipano ai campi della legalità, ha concesso per quest’anno l’uso del vecchio campo sportivo distante circa 1 km dal centro storico.
I partecipanti al primo gruppo sono stati 30 tra ragazze e ragazzi di età comprese tra i 14 e i 30, provenienti da diverse regioni: Puglia, Lazio, Marche, Toscana, Lombardia, Piemonte, Veneto e Umbria. Sono stati ospitati nelle tende della Protezione Civile montate nel campo di calcio.
Il gruppo dello Spi era formato da tutte donne: Assunta De Caro, segreteria Spi Cgil di Torino, Patrizia dello Spi di Bra, Franca da Perugia esperta di erbe, Rosanna dello Spi di Terni e Vilma la “super cuoca” dello Spi di Gubbio.
Grazie allo Spi Cgil Umbria e alla bravissima coordinatrice dei Campi, Raffaella, tutte noi siamo state ospitate in un gradevole B&B vicinissimo al vecchio centro sportivo e ai ragazzi.
I lavori nei campi e quelli didattici dei ragazzi sono stati coordinati da Pinuccia e Flavia di Libera.
Già dai primi giorni, con le nostre compagne e con l’aiuto dei ragazzi abbiamo cercato di rendere ordinata e pulita la struttura, in maniera particolare la cucina.
I nostri compiti riguardavano il lavoro in cucina e il coordinamento dei ragazzi nel riordino, nella distribuzione dei pasti e nella pulizia dei locali.
Per la spesa, siamo andati tutti i giorni nell’unico supermercato, anche perché ogni giorno dovevamo preparare 38 a pranzo e 38 a cena!Tutti, nessuno escluso, hanno gradito ogni portata grazie a Vilma e Rosanna, le “super cuoche”. Io, Patrizia e Franca aiutavamo nelle preparazioni.
A causa del ridottissimo spazio, abbiamo dovuto allestire tavoli e sedie all’esterno della struttura.
La nostra giornata iniziava all’incirca alle ore 9 del mattino e terminava ogni sera alle 23 con un breve riposo nel pomeriggio.
Franca è stata la compagna che più di noi ha seguito il programma di attività dei ragazzi.
Nei primi due giorni, il maltempo e la pioggia hanno impossibile il lavoro nei campi.
Tra le attività programmate, il 16 luglio i ragazzi hanno incontrato rappresentanti della Cgil regionale e dello Spi Umbria. Un’occasione, per loro, di scoprire il mondo del sindacato, il grande impegno profuso sui temi della legalità... e la storia di tanti sindacalisti che con la loro vita hanno pagato il fatto di non essersi piegati alla mafia. Tra gli anni ‘40 e la fine degli anni ’60, sono stati 50 i sindacalisti uccisi.
La mattina, i ragazzi erano impegnati nella raccolta delle patate. Poche in verità, poiché la semina è stata fatta in ritardo. In compenso, i ragazzi, armati di attrezzi, hanno ripristinato le stradine, tirato su reti e raccolto sterpaglie.
Nel programma di attività era prevista una visita a Gubbio: siamo riuscite, con la guida di Vilma, a visitare la città …semplicemente bellissima.
Altro interessante e toccante appuntamento è avvenuto il pomeriggio del 18 luglio nella sala consiliare del Comune di Pietralunga. Era previsto l’incontro e la testimonianza di Margherita Asta, figlia di una vittima di strage mafiosa. Il 2 aprile del 1985 in seguito ad un agguato destinato al procuratore Carlo Palermo, a Pizzolungo, Trapani, la mafia fece esplodere un’auto imbottita di tritolo. L’esplosione avvenne proprio nel momento in cui, su quella direttrice, transitava, con la sua auto Barbara Rizzo, la mamma di Margherita e i due suoi fratellini gemelli. In un attimo, tre vite furomo spazzate via.
Qualche anno dopo anche il padre di Margherita morirà di crepacuore lasciandola sola, appena adolescente. Margherita non è riuscita a essere presente all’inziativa prevista.
A conclusione della nostra esperienza, la sera prima è venuta a trovarci Lucia Rossi, Segretaria nazionale Spi Cgil e Raffaella, coordinatrice dei campi.
Rivolta ai ragazzi, Lucia ha voluto sottolineare l’importanza dell’impegno di tanti pensionati e pensionate che insieme ai giovani non possono e non devono smettere di lottare per i diritti e la legalità.
Abbiamo lasciato il Campo il 21 luglio. Il giorno dopo un’altra “squadra” di volontari/e di ragazze e ragazzi erano pronti a ricominciare...
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