Quei beni erano il simbolo del potere mafioso nel territorio di Lecco, l’annuncio della volontà da parte della criminalità organizzata di espandere i propri interessi nel Nord Italia. Oggi, il lavoro continuo di istituzioni, forze dell’ordine, associazioni e sindacato, ha permesso di toglierli dalle mai dei boss della ‘ndrangheta per riconsegnarli all'uso della collettività. Ed è qui che due attivisti dello Spi Cgil Piemonte e una ventina di ragazzi, per la maggior parte lombardi, hanno vissuto una settimana insieme, fatta di lavoro e incontri all’interno dei beni confiscati ai mafiosi.
Il miglior vaccino contro l’indifferenza e l’abitudine alla presenza della criminalità organizzata.
Per lo Spi Cgil Piemonte hanno partecipato al Campo, Giancarlo Murino
(Spi Cuneo, Lega di Bra) e Franco Seren Rosso (segretaria
provinciale Spi Cgil Torino).
Con loro, dodici ragazze e cinque ragazzi di età compresa
tra i 14 e i 29 anni, quasi tutti residenti in provincia di Lecco e Milano;
degli altri, due ragazze toscane, un
trentino e una genovese.
Obiettivi del campo, la realizzazione di un laboratorio teatrale
sul tema del “caporalato” e una fase formativa sulla legalità, sul fenomeno
mafioso e sulla lotta anitmafia.
Il campo era diretto da attivisti dell'Arci e allo Spi era
delegata la cucina; Libera è stata molto presente in tutte le attività relative
a mafia e antimafia, mentre Auser ha fornito in due occasioni il servizio di
trasporto ai ragazzi.
Agli attivisti dello Spi Cgil Piemonte è stato assegnato il
compito di seguire tutte le attività dei ragazzi partecipanti al campo.
Il campo si è tenuto presso il Centro di Formazione
Professionale Polivalente di via Montessori, una struttura di proprietà
comunale.
I ragazzi hanno avuto la possibilità di rendersi conto della
presenza mafiosa sul territorio lecchese,
visitando i beni confiscati ai boss
della 'ndrangheta e oggi riconsegnati all'uso della collettività: un centro
comunale d'incontro per anziani e per le associazioni, un centro diurno per
anziani, un centro per l'accoglienza dei migranti in attesa di asilo politico,
un’ex pizzeria che entro fine anno riprenderà a funzionare quale presidio di
legalità.
Questa ex pizzeria chiamata Wall Street era il simbolo del
potere del boss della ‘ndrangheta Franco Coco Trovato, dei suoi affari e dei
suoi contatti con gli uomini di potere, perché ai tavoli del suo ristorante
sedevano i personaggi che contavano e che in parte contano ancora oggi.
Wall Street è anche il nome dell'operazione di polizia che
nel 1992 ha portato in galera questo boss mafioso.
I ragazzi, oltre a visitare gli interni della struttura
confiscata e incontrare i responsabili delle associazioni impegnate nel
progetto di riutilizzo, per due mattinate hanno ripulito dalle erbacce il viale
d'accesso alla ex pizzeria.
Importante la visita a Milano con l'emozionante incontro con
la figlia del magistrato Ambrosini, ucciso dai sicari di Sindona, e la visita
alla villa di Chiaravalle confiscata alla famiglia Molluso.
Significativo è stato l'incontro con i migranti ospitati
nell'ex ristorante pizzeria di Airuno, confiscata anch'essa al boss Coco
Trovato, dove si è iniziato anche
ad affrontare il tema del “caporalato”, poi approfondito in una serata, presso la Cgil di Lecco, chiacchierando
con Jean Renè Bilongo della segreteria nazionale Flai; all’incontro ha
partecipato anche Raffaele Atti, segretario nazionale Spi Cgil.
Nel corso della settimana i giovani hanno avuto momenti d’incontro
con Arci, Cgil, con un giornalista che ha scritto del fenomeno mafioso in
Lombardia e, sul tema del gioco d'azzardo, con un esperto dell'Asl.
Sabato 30 luglio, di sera, i ragazzi hanno messo in scena la
performance teatrale sul “Caporalato” alla quale hanno preso parte anche una
dozzina di migranti, conosciuti ad Airuno.
Domenica mattina, prima dei saluti finali carichi di
emozione, tutti i partecipanti hanno scritto sui cartelloni le loro opinioni
sull'andamento del campo.
Giudizi positivi su organizzazione, sinergia tra gli attori
del Progetto e sull’operato dello Spi Cgil di Lecco che ha garantito al meglio
la gestione della cucina. L’incontro tra pensionati e giovani è stata una
piacevole sorpresa: le differenze, dall’anagrafe alle esperienze, hanno
rappresentato una ricchezza per tutti.
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