martedì 4 ottobre 2016

Dal Piemonte al“Campo antimafie” di Lecco. Per due attivisti Spi Cgil ecco Il miglior vaccino contro l’indifferenza e l’abitudine alla presenza della criminalità organizzata



Quei beni erano il simbolo del potere mafioso nel territorio di Lecco, l’annuncio della volontà da parte della criminalità organizzata di espandere i propri interessi nel Nord Italia. Oggi, il lavoro continuo di istituzioni, forze dell’ordine, associazioni e sindacato, ha permesso di toglierli dalle mai dei boss della ‘ndrangheta per riconsegnarli all'uso della collettività. Ed è qui che due attivisti dello Spi Cgil Piemonte e una ventina di ragazzi, per la maggior parte lombardi, hanno vissuto una settimana insieme, fatta di lavoro e incontri all’interno dei beni confiscati ai mafiosi.
Il miglior vaccino contro l’indifferenza e l’abitudine alla presenza della criminalità organizzata. 
Per lo Spi Cgil Piemonte hanno partecipato al Campo, Giancarlo Murino (Spi Cuneo, Lega di Bra) e Franco Seren Rosso (segretaria provinciale Spi Cgil Torino).

Con loro, dodici ragazze e cinque ragazzi di età compresa tra i 14 e i 29 anni, quasi tutti residenti in provincia di Lecco e Milano; degli altri, due ragazze toscane, un  trentino e una genovese.

Obiettivi del campo, la realizzazione di un laboratorio teatrale sul tema del “caporalato” e una fase formativa sulla legalità, sul fenomeno mafioso e sulla lotta anitmafia.

Il campo era diretto da attivisti dell'Arci e allo Spi era delegata la cucina; Libera è stata molto presente in tutte le attività relative a mafia e antimafia, mentre Auser ha fornito in due occasioni il servizio di trasporto ai ragazzi.

Agli attivisti dello Spi Cgil Piemonte è stato assegnato il compito di seguire tutte le attività dei ragazzi partecipanti al campo.

Il campo si è tenuto presso il Centro di Formazione Professionale Polivalente di via Montessori, una struttura di proprietà comunale.

I ragazzi hanno avuto la possibilità di rendersi conto della presenza mafiosa sul territorio lecchese,
visitando i beni confiscati ai boss della 'ndrangheta e oggi riconsegnati all'uso della collettività: un centro comunale d'incontro per anziani e per le associazioni, un centro diurno per anziani, un centro per l'accoglienza dei migranti in attesa di asilo politico, un’ex pizzeria che entro fine anno riprenderà a funzionare quale presidio di legalità.

Questa ex pizzeria chiamata Wall Street era il simbolo del potere del boss della ‘ndrangheta Franco Coco Trovato, dei suoi affari e dei suoi contatti con gli uomini di potere, perché ai tavoli del suo ristorante sedevano i personaggi che contavano e che in parte contano ancora oggi.

Wall Street è anche il nome dell'operazione di polizia che nel 1992 ha portato in galera questo boss mafioso.

I ragazzi, oltre a visitare gli interni della struttura confiscata e incontrare i responsabili delle associazioni impegnate nel progetto di riutilizzo, per due mattinate hanno ripulito dalle erbacce il viale d'accesso alla ex pizzeria.

Importante la visita a Milano con l'emozionante incontro con la figlia del magistrato Ambrosini, ucciso dai sicari di Sindona, e la visita alla villa di Chiaravalle confiscata alla famiglia Molluso.

Significativo è stato l'incontro con i migranti ospitati nell'ex ristorante pizzeria di Airuno, confiscata anch'essa al boss Coco Trovato, dove si  è iniziato anche ad affrontare il tema del “caporalato”, poi approfondito in una serata,  presso la Cgil di Lecco, chiacchierando con Jean Renè Bilongo della segreteria nazionale Flai; all’incontro ha partecipato anche Raffaele Atti, segretario nazionale Spi Cgil.

Nel corso della settimana i giovani hanno avuto momenti d’incontro con Arci, Cgil, con un giornalista che ha scritto del fenomeno mafioso in Lombardia e, sul tema del gioco d'azzardo, con un esperto dell'Asl.

Sabato 30 luglio, di sera, i ragazzi hanno messo in scena la performance teatrale sul “Caporalato” alla quale hanno preso parte anche una dozzina di migranti, conosciuti ad Airuno.

Domenica mattina, prima dei saluti finali carichi di emozione, tutti i partecipanti hanno scritto sui cartelloni le loro opinioni sull'andamento del campo.

Giudizi positivi su organizzazione, sinergia tra gli attori del Progetto e sull’operato dello Spi Cgil di Lecco che ha garantito al meglio la gestione della cucina. L’incontro tra pensionati e giovani è stata una piacevole sorpresa: le differenze, dall’anagrafe alle esperienze, hanno rappresentato una ricchezza per tutti.

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