I campi della legalità che si sono svolti nella Piana di
Gioia Tauro, presso le terre confiscate alla ndrangheta, ancora una volta hanno rappresentato una esperienza straordinaria per lo Spi Cgil. Sono oltre
cento gli ettari di terreno agricolo confiscato dallo Stato a famiglie di ndrangheta e assegnate alla Cooperativa Valle del
Marro di Polistena, in provincia di Reggio Calabria: nonostante le continue intimidazioni, i ragazzi della Cooperativa rendono
fertile queste terre e danno lavoro a decine di braccianti.
In queste terre,
ogni mattina i compagni dello Spi che partecipano ai campi della legalità provenienti
dal Piemonte, Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, assieme ai ragazzi e le ragazze
di “Libera”, lavorano la terra
sul bene confiscato.
La formazione avviene presso il palazzo confiscato “Padre Pino Puglisi” che
funziona come centro polifunzionale: comprende l’Ostello e il poliambulatorio
di Emergency. Qui si svolgono gli incontri con i giornalisti, forze
dell’ordine, magistrati, familiari vittime innocenti di mafia. Con le loro
testimonianze trasmettono valori preziosi per il contrasto alla criminalità.
Nel
Campo tematico “Illuminiamo la salute”, per un servizio sanitario verso i
cittadini, si è sviluppato un appassionato dibattito fra i giovani di “Libera”
e noi pensionati dello Spi su come si possono contrastare i fattori di rischio
corruzione nella sanità pubblica.
Abbiamo socializzato con i giovani aprendo un dialogo culturale a tutto
campo, mettendoci la nostra
passione nel trasmettere i valori del movimento sindacale. Una memoria storica
che non può essere archiviata, che parla dei tanti sindacalisti minacciati e
uccisi dalla mafia, di libertà, di diritti e dignità del lavoro.
Con i giovani,
abbiamo parlato di lotta al caporalato come forma di intermediazione illecita
di manodopera e di sfruttamento che coinvolge in modo particolare gli africani
che sfuggono dalla guerra e dalla miseria; di etica del lavoro come dignità
della persona; di corruzione,
alimentata anche da liberi professionisti e funzionari dello Stato, che soffoca
l’economia legale e preclude la speranza nelle nuove generazioni. La vita della mafia, viene alimentata dal potere politico, anche se fa
finta di ignorarla. I
pacchetti di voti di cui dispongono le famiglie mafiose fanno gola a molti
politici (i voti non puzzano): pur di averli, stipulano patti garantendo
profitti elevati a discapito del bene comune.
È necessario rilanciare l’
antimafia sociale nei territori, per liberare l’Italia dalla illegalità in ogni
ambito professionale, una vera lotta partigiana capace di coinvolgere le
famiglie, la scuola, e in modo particolare i giovani che rappresentano il
presente e il futuro della nostra società. A questa battaglia culturale,
morale ed etica siamo chiamati non solo noi pensionati, ma tutta la Cgil. La
presenza di Susanna Camusso a Cinquefrondi, nel
cuore della Piana di Gioia Tauro, dove l’illegalità ostacola lo sviluppo
produttivo del territorio, rappresenta un segnale forte per tutta la Cgil, chiamata a lottare contro il nuovo nemico, "la corruzione".
I Campi per la
legalità, sono stati l’occasione per sviluppare, anche tra noi attivisti dello Spi Cgil, un
confronto sul radicamento delle leghe sul territorio. Pur vivendo in realtà
diverse, i temi affrontati hanno riguardato il terrorismo che vuole seminare la paura
per limitare la libertà: un fenomeno che abbiamo conosciuto negli anni '70, con
la strategia della tensione alimentata dalle stragi fasciste e dalle brigate
rosse. Abbiamo discusso del populismo di destra
che mette a dura prova le democrazie di tutta Europa, di muri alzati e filo
spinato eretti per sbarrare l’ingresso agli immigrati; di solidarietà e dell’ Europa dei popoli. Questi incontri ci hanno fatto comprendere, una volta di più, che se vogliamo vivere in una società più giusta, giovani e anziani devono e possono lottare insieme. A partire, ad esempio, dal confronto con il Governo sulle pensioni.
Giorgio Castella, Segretario Lega Spi Cgil Polistena
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