martedì 30 giugno 2015

Corleone: cento passi, solo cento passi

Sono le 7,15 del 30 agosto, mattina. Mi sveglio con in testa un dialogo. Sento, mentre mi lavo i denti, la voce di un giovanissimo Luigi Lo Cascio che a un ragazzino, attore anche lui, Paolo Briguglia, chiede: – Sei andato a scuola? Sai contare?
– Sì, so contare.
– E sai camminare?
– So camminare.
– E contare e camminare insieme lo sai fare?
– Sì, penso di sì.
– Allora forza, conta e cammina! Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi. Uno, due, tre, quattro, cinque, dieci, cento passi...


L’avrete già capito: è Peppino Impastato che porta il fratello davanti alla casa del boss. I famosi cento passi – in realtà anche meno di cento – sono quelli che separano la casa di Peppino da quella di Gaetano Badalamenti, zu Tanu. Ieri sera abbiamo deciso di dedicare una delle ultime giornate del nostro tour proprio a Cinisi. Oggi vedrò finalmente la casa di Peppino, la cui immagine – tra il film e i documentari che negli anni scorsi ho divorato – ho ben presente.
In Italia, tra immobili e aziende, si contano 12.944 beni sequestrati e confiscati. Secondo i dati dell’Anbsc, l’agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, 5.515 di questi si trovano in Sicilia. L’isola mantiene il primato, seguita da Campania (1.918), Calabria (1.811) e Lombardia (1.186).
Non voglio fermarmi qui ora a parlare di come – dati alla mano – sia facilissimo smentire chi sostiene che la mafia, anzi le mafie non sono arrivate al Nord. O al Centro (nel Lazio la quota è 645). E non voglio farlo perché oggi è un bel giorno per me, un giorno di festa.
Tra i 5.515 beni confiscati in Sicilia, ce n’è uno a cento passi da Casa Memoria: è la casa di Gaetano Badalamenti. Grazie alla cortesia di una delle ragazze che ci accoglie a casa di Peppino, riusciamo a visitarla.
Dico la cortesia perché abbiamo appena finito di intervistare Giovanni Impastato, e sono le prime ore del pomeriggio e l’orario delle visite non è ancora iniziato.
La dimora di zu Tanu è stata sequestrata nel 1985 dai giudici Falcone e Borsellino, confiscata nel 2006 e trasferita per finalità sociali e istituzionali al Comune di Cinisi nel 2010. Il pian terreno viene destinato nello stesso anno all’associazione culturale “Peppino Impastato” e a sede della biblioteca comunale del Comune di Cinisi. Entrare in questa casa, nel silenzio di un pomeriggio caldissimo, dopo aver sostenuto lo sguardo deciso, severo e combattivo di Giovanni Impastato, restituisce un forte sapore di libertà. 

Per cui mi godo la vista della casa di Peppino dal balcone di chi lo ha fatto uccidere. Come a dire (e nella convinzione) che prima o poi la giustizia ha la meglio.


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