mercoledì 16 settembre 2015

Cgil Palermo: in ricordo di Padre Pino Puglisi


Il sindacato: “Per Brancaccio bisogna fare molto di più, ma il quartiere non è più quello di 22 anni fa. Il martirio del religioso ha inciso sulle coscienze. In tanti operano sul territorio in nome della legalità e perseguono la svolta e il cambiamento".


“Brancaccio non è certamente la stessa di 22 anni fa, il martirio di Padre Pino Puglisi ha inciso su molte coscienze e per tanti ha segnato una svolta etica. In tanti oggi operano su questo territorio nel nome della legalità, e perseguono la svolta e il cambiamento: ci sono associazioni che esprimono progetti per la riqualificazione del quartiere, cittadini che si battono per una migliore fruizione dei beni comuni, per avere più verde e più spazi sociali e tante istituzioni, a partire da quelle scolastiche, che ottengono anche successi significativi. Ma certamente occorre fare sempre di più”. A dichiararlo è Adele Cinà, responsabile della Camera del lavoro di Brancaccio, che ha preso parte alle iniziative per ricordare Padre Pino Puglisi, tra cui il consiglio straordinario della II circoscrizione presso l’auditorium del quartiere, che ospita anche il teatro, alla presenza del sindaco e del vicesindaco, per discutere sul futuro di Brancaccio.

“Come Cgil – prosegue la dirigente sindacale –, più volte abbiamo detto che una valorizzazione piena delle risorse ambientali e culturali, presenti nella circoscrizione, può diventare una grande opportunità economica per tutti, non solo per Brancaccio, nella dimensione appunto di città policentrica. Al più presto, va valutato lo stato di avanzamento dei progetti del Comune di Palermo che, a partire dal Pon metro, vedono cospicui interventi su questa parte di città, sperando che al più presto il tram, che già circola in prova in questa circoscrizione da alcuni mesi, vada a regime dando una spinta importante alla mobilità urbana”.

Chi era Padre Pino Puglisi

Don Giuseppe Puglisi nasce nella borgata palermitana di Brancaccio, cortile Faraone numero 8, il 15 settembre 1937, figlio di un calzolaio, Carmelo, e di una sarta, Giuseppa Fana, e viene ucciso dalla mafia nella stessa borgata il 15 settembre 1993, giorno del suo 56° compleanno.

Entra nel seminario diocesano di Palermo nel 1953 e viene ordinato sacerdote dal cardinale Ernesto Ruffini il 2 luglio 1960 nella chiesa-santuario della Madonna dei Rimedi. Nel 1961 viene nominato vicario cooperatore presso la parrocchia del SS.mo Salvatore nella borgata di Settecannoli, limitrofa a Brancaccio, e dal 27 novembre 1964 opera anche nella vicina chiesa di San Giovanni dei Lebbrosi a Romagnolo.

Sin da questi primi anni segue in particolare modo i giovani e si interessa delle problematiche sociali dei quartieri più emarginati della città.

Il primo ottobre 1970 viene nominato parroco di Godrano, un piccolo paese in provincia di Palermo - segnato da una sanguinosa faida - dove rimane fino al 31 luglio 1978, riuscendo a riconciliare le famiglie dilaniate dalla violenza con la forza del perdono.

In questi anni segue pure le battaglie sociali di un'altra zona degradata della periferia orientale della città, lo "Scaricatore", in collaborazione con il centro della zona dei Decollati gestito dalle Assistenti sociali missionarie, tra cui Agostina Ajello.

A Palermo e in Sicilia è stato tra gli animatori di numerosi movimenti tra cui: Presenza del Vangelo, Azione cattolica, Fuci, Equipes Notre Dame, Camminare insieme. Dal maggio del 1990 svolge il suo ministero sacerdotale anche presso la "Casa Madonna dell'Accoglienza" a Boccadifalco, dell'Opera pia Cardinale Ruffini, in favore di giovani donne e ragazze-madri in difficoltà.

Il 29 settembre 1990 viene nominato parroco a San Gaetano, a Brancaccio, e dall'ottobre del 1992 assume anche l'incarico di direttore spirituale del corso propedeutico presso il seminario arcivescovile di Palermo. Il 29 gennaio 1993 inaugura a Brancaccio il centro "Padre Nostro", che diventa il punto di riferimento per i giovani e le famiglie del quartiere. Collabora con i laici della zona dell'Associazione Intercondominiale per rivendicare i diritti civili della borgata, denunciando collusioni e malaffari e subendo minacce e intimidazioni.

Viene ucciso sotto casa, in piazzale Anita Garibaldi 5, il giorno del compleanno, 15 settembre 1993.

La salma è tumulata presso il cimitero di Sant'Orsola, nella cappella di Sant'Euno, di proprietà dell'omonima confraternita laicale. Ad aprile 2013 la salma è stata poi traslata nella cattedrale di Palermo.

La sua attività pastorale - come è stato ricostruito anche dalle inchieste giudiziarie - ha costituito il movente dell'omicidio, i cui esecutori e mandanti mafiosi sono stati arrestati e condannati con sentenze definitive.
Per questo già subito dopo il delitto numerose voci si sono levate per chiedere il riconoscimento del martirio.

Nel ricordo del suo impegno, innumerevoli sono le scuole, i centri sociali, le strutture sportive, le strade e le piazze a lui intitolate a Palermo, in tutta la Sicilia, in Italia.
Commemorazioni e iniziative si sono tenute anche all'estero, dagli Stati Uniti al Congo, all'Australia.
A partire dal 1994 il 15 settembre, anniversario della sua morte, segna l'apertura dell'anno pastorale della diocesi di Palermo.

A giugno del 2012 la Congregazione ha dato l'assenso finale alla promulgazione del decreto per il riconoscimento del martirio di don Puglisi. Il 25 maggio 2013 la beatificazione al "Foro Italico Umberto I" di Palermo.

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